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La Toscana dei cammini

Due tappe della Via Romea Germanica per scoprire il mondo etrusco

L’itinerario che ricalca le orme di antichi viandanti e pellegrini che dal nord Europa si recavano a Roma è costellato di testimonianze storiche di un glorioso passato che va ben oltre l’epoca medievale e romana. In particolare le due tappe della Via Romea Germanica che attraversano i magnifici centri storici di Arezzo, Cortona e Castiglion Fiorentino permettono di immergersi in luoghi e musei che conservano preziosi tesori del misterioso popolo etrusco.
Il punto di partenza non poteva che essere la splendida città di Arezzo, dove nel 1553 fu rinvenuto uno dei simboli di questa civiltà, la Chimera. Bronzo datato tra il V e il IV secolo a.C. che rappresenta un mostro mitologico con testa e corpo di leone, sul cui dorso presenta una testa di capra e al posto della coda un serpente. Molti preziosi resti sono conservati nel Museo Archeologico Gaio Cilnio Mecenate, 26 sale di reperti fra cui una bellissima collezione di gioielli etruschi.
Il percorso lascia Arezzo per circondarsi dalla meravigliosa campagna della Valdichiana dirigendosi verso Castiglion Fiorentino. Borgo fortificato di impatto medievale, grazie alla sua posizione strategica fu un altro importante centro etrusco. Il Museo Civico Archeologico a Palazzo Pretorio conserva i numerosi reperti, mentre un percorso sotterraneo, rende possibile esplorare i resti della cinta muraria e abitazioni etrusche.

La tappa successiva è Cortona, borgo baciato dal sole elegantemente arroccato sulla collina. Antica lucumonia etrusca, il suo cuore storico custodisce le antiche collezioni settecentesche dell’Accademia Etrusca che comprendono il noto lampadario etrusco e i corredi del tumolo del Sodo, esposte al MAEC – Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona. Del circuito museale fa parte anche il parco archeologico, che rende fruibili le testimonianze etrusche disseminate nel territorio cortonese.

La linea ferroviaria tra Arezzo e Cortona è di supporto al percorso a piedi e permette di muoversi tra le due città per tornare al punto di partenza.

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Vetrina Toscana

L’Arte degli Speziali e i dolci del Natale

Se il Natale avesse un aroma, probabilmente sarebbe quello delle spezie, dolce richiamo ad antiche fragranze. In Toscana, ogni ricorrenza ha il suo dolce, in particolare molti dei dolci della tradizione sono legati alle festività religiose. Nel periodo natalizio la grande protagonista è Siena con due prodotti che hanno ottenuto anche la denominazione IGP: il panforte e i ricciarelli.

L’origine di questi dolci si perde nella notte dei tempi, ma possiamo indicativamente datarla nel periodo Medioevale. La lavorazione avveniva nei conventi o nelle botteghe degli speziali, unici luoghi nei quali potevano trovarsi le costosissime spezie e gli aromi indispensabili per conservare i cibi, giunti a Siena perché la città era uno snodo strategico lungo la via Francigena per il loro commercio.

I Ricciarelli di Siena IGP hanno una tipica forma a losanga e sono a base di mandorle, dolci e amare sapientemente dosate. Le origini risalgono al Medioevo, quando i senesi importarono il marzapane probabilmente dall’Oriente. Questi dolcetti venivano donati alle personalità a cui si voleva rendere ossequio. Lo stesso Niccolò Machiavelli ricorda come i “piccoli marzapani” furono offerti dai senesi a un legato pontificio in visita presso la città.

ll Panforte di Siena IGP è un dolce della tradizione senese a base di frutta secca e candita, miele e spezie, che può presentarsi nella versione bianca, ricoperto di zucchero a velo, o in quella nera, con copertura di spezie. Già nel Duecento nelle campagne senesi si producevano dei pani molto ricchi di miele e spezie, che possono essere considerati dei precursori del panforte. A partire dal Quattrocento, il prodotto acquisisce grande notorietà, anche grazie al commercio al di fuori del territorio locale: oltre che a Roma, veniva apprezzato come prodotto raffinato anche nelle principali corti europee. Il nome si afferma nell’Ottocento, momento in cui la produzione non è più solo prerogativa delle spezierie ma guadagna una dimensione più ampia. Il panforte bianco nasce nel 1879, in onore della Regina Margherita, in visita a Siena per il Palio; per questo viene detto anche “Panforte Margherita”. Vetrina Toscana, il progetto della Regione che promuove il turismo enogastronomico, racconta anche attraverso i dolci della tradizione il territorio e l’identità culturale.

https://www.vetrina.toscana.it/prodotti/panforte-di-siena-igp/

https://www.vetrina.toscana.it/prodotti/ricciarelli-di-siena-igp/

Cicloturismo

Alla scoperta dei Patrimoni Unesco in bicicletta

Quando si pedala tra i siti Unesco toscani il fiato manca per la bellezza, per la grandezza di città antiche, con opere d’arte e architetture uniche al mondo, per l’unicità di piccoli borghi e paesaggi collinari la cui natura è in perfetta armonia con l’uomo.

Sette siti Unesco e quattordici tra Ville e Giardini medicei da visitare pedalando avvolti da pace e magnificenza.

Luoghi naturali e culturali che non si possono visitare che così, a ritmo lento, nel silenzio del proprio respiro, consapevoli che la meta del proprio tragitto ha più motivazioni: giungere al traguardo del percorso e ammirare una o più meraviglie del mondo che costellano la regione.

Se Unesco riconosce nel patrimonio l’eredità del passato di cui oggi noi beneficiamo e che dobbiamo proteggere, tutelare e trasmettere alle generazioni future, non possiamo pensare a modalità diverse per godere tali beni se non osservandoli, percorrendoli e lasciandoli incontaminati vivendoli pedalando.

Tre tour per perdersi tra architettura, arte e paesaggi:

In bici tra le Ville Medicee

Protagoniste del tour la Villa Medicea di Poggio a Caiano nota anche come Ambra è rinomata per le rare specie di piante del giardino e la Villa Medicea La Ferdinanda ad Artimino, denominata anche la Villa dei cento Camini per i numerosi camini sul tetto.

Una pedalata fra i cipressi più famosi del mondo

Il riconoscimento di una bellezza che rispecchia quegli ideali di buon governo, che sembra custode di regole auree di equilibrio. L’eleganza delle forme, di paesaggi agricoli e pastorali, delle fattorie e poderi, città e villaggi ne fanno un panorama distintivo. Un percorso da San Quirico a Bagno Vignoni, alla Cappella della Madonna di Vitaleta per un tour da vivere lentamente.

Da Colle Val d’Elsa a San Gimignano

L’ antica tradizione della cristalleria di Colle Val d’Elsa vede le più antiche molerie e vetrerie artistiche della Toscana. Da qui si pedala su strade secondarie immerse in vigneti ammirando le diverse angolazioni del centro storico della spesso nominata Manhattan del medioevo. San Gimignano svetta con le sue 14 torri rimaste intatte delle 72 costruite dalle famiglie gentilizie come simbolo di ricchezza e potere.

(Foto: Enrico Caracciolo)

Cultura enogastronomica e artigianato

Argiano vino dell’anno (ma il Chianti è il “vincitore morale”)

Argiano è Wine of the Year 2023 nell’annuale (e attesa) classifica della rivista Wine Spectator: è la seconda volta di un Brunello nel gradino più alto del mondo. Quanto a Montalcino, c’è anche un rosso piazzato tra i cento migliori vini del mondo. Eppure, guardando ai territori, c’è almeno un “vincitore morale”: è il Chianti Classico, con sette vini sui ventiquattro italiani in classifica (in crescendo: erano 20 del 2022) oltre a una Igt prodotta nella stessa zona. Con tutta evidenza è la Toscana a confermarsi al vertice della produzione italiana e di quella mondiale, con undici vini ottimamente piazzati (più del 10% delle migliori etichette del mondo) e un nuovo primo posto, grazie a un Brunello 2018 di una storica azienda (la villa esiste dal 1580): Argiano, già della famiglia Caetani Lovatelli, passata pochi anni fa all’imprenditore brasiliano Andrè Esteves. Enologo e amministratore delegato è il senese Bernardino Sani, arrivato con la nuova proprietà, quasi dieci anni fa, carico di un entusiasmo che lo ha portato a raggiungere uno dei riconoscimenti più ambiti. Gestisce una realtà produttiva con radici antiche (fin dall’antica Roma) e una grande reputazione grazie ai suoi prestigiosi Brunello, Solengo e Riserva, affinati nella secolare e suggestiva cantina sotterranea. Quanto agli altri vini toscani, nei top 100 di Wine Spectator domina, come detto, il Chianti Classico: l’Antinori Riserva 2020 (al numero 7); il Castello di Bossi Chianti Classico gran selezione 2019 (n. 11); il Berardenga Riserva 2020 di Fattoria di Fèlsina (n. 22); il Riserva 2020 di Tenuta di Arceno (n. 24). Spezza il monopolo il Vino Nobile di Montepulciano 2019 Dei (n. 34), ma subito si torna al Chianti Classico (n. 42) con l’annata 2020 di Castello di Querceto, oltre a quelle 2021 di Poggerino (n. 45) e del Cecchi Family History (n. 59). A chiudere il gruppo toscano ecco il Rosso di Montalcino 2020 di Poggio San Polo e ancora, al n. 80, il Cepparello 2020 (Igt Toscana) di Isole & Olena.

(Nella foto: Argiano, particolare della cantina)

Un itinerario tra i vini migliori del mondo, in Toscana

L’itinerario ipotetico dei vini migliori del mondo (secondo l’annuale classifica di Wine Spectator, a partire dal 2000) in Toscana tocca due aziende di Brunello di Montalcino, una del Chianti (tra Siena e Firenze) e altre due di Bolgheri, sulla costa livornese. Si parte dal Solaia 1997 (vincitore proprio nel 2000), un vino Igt Toscana prodotto nello spicchio più assolato della collina di Tignanello: qui una villa cinquecentesca è stata costruita sopra a un edificio del Trecento di proprietà dei Buondelmonti, poi dei Medici e, dalla seconda metà dell’Ottocento, della famiglia Antinori. Si prosegue con l’Ornellaia 1998 (nel 2001, anno del riconoscimento, era di Antinori; oggi è dei Frescobaldi): è un Bolgheri Doc superiore, prodotto non lontano da Marina di Bibbona. Oltre alla tenuta non distante dal mar Tirreno c’è un altro luogo dove scoprire questo vino e la cucina della Regione: è il ristorante che si chiama – manco a dirlo – Ornellaia, situato nel cuore di Zurigo. L’azienda Casanova di Neri è un’altra tappa imperdibile dopo il trionfo del Brunello Tenuta Nuova 2001 (vino dell’anno 2006): qui si può visitare l’imponente cantina interrata, proprio di fronte a Montalcino e, volendo, si pernotta nel relais. Un salto di diciassette anni (2018) ed ecco che troviamo sul tetto del mondo il Bolgheri Sassicaia 2015 di San Guido (vincitore nel 2018). L’avventura enologica di questa azienda – che si lega anche ai cavalli da corsa, compreso il celebre Ribot – inizia nel 1942, quando il marchese Incisa della Rocchetta inizia a sperimentare, per primo, il Cabernet in Toscana. Argiano (un altro Brunello, nella foto l’ad ed enologo Bernardino Sani) è la tappa recentissima: la tenuta ha nella cinquecentesca villa Bell’aria il cuore della produzione, cui si aggiungono esperienze immersive di vinificazione, escursioni culturali oltre alla possibilità di soggiornare in camere sontuose, con uno chef privato che prepara piatti partendo da materie prime biologiche e del territorio.

Gli eventi di vecchia (e nuova) tradizione natalizia

Il periodo natalizio (con le giornate più corte, il buio, il freddo e relative paure che hanno accompagnato la storia dell’uomo) richiama riti che si perdono nel tempo. Tra i più suggestivi, quelli della notte del 24 dicembre: Abbadia San Salvatore (sul monte Amiata, in provincia di Siena) diventa la città delle fiaccole: enormi cataste di legna vengono incendiate a mezzanotte in ogni angolo del centro storico, intorno alle quali una immensa folla si riunisce per cantare, mangiare dolci e bere vino caldo; si accendono i fuochi della vigilia anche a Gorfigliano, villaggio nel comune di Minucciano (in Garfagnana, Lucca), dove altissimi falò – i “natalecci”, costruiti intrecciando rami di ginepro a un palo di castagno – vengono incendiati all’unisono, sulle alture, quando si ode la campana che dà il via alla preghiera; a Monteriggioni (Siena) si tiene una passeggiata notturna sulla Via Francigena (quattro chilometri) che porta ad Abbadia ad Isola, dove si celebra la messa. Ovviamente non mancano i presepi. Si segnalano a Sarteano (Siena) infinite opere d’arte della natività in una mostra diffusa, che interseca varie attività nei musei, nel castello e nel centro storico. Quella del Serchio (Lucca) diventa la valle dei presepi: la storia secolare dei maestri figurinai ritrova vita in un magico percorso tra Barga, Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano, Coreglia Anteminelli e Pescaglia. Ovunque anche i mercatini natalizi, tra la seconda metà di novembre e fino a Natale, che richiamano la tradizione del nord Europa: tra i più significativi quelli in piazza Santa Croce a Firenze, a Villa Montalvo (Campi Bisenzio), Empoli, Fucecchio, Montepulciano, Arezzo. Più originali è quello di Siena, nato come rievocazione (compresa la disposizione e la foggia dei banchi) del mercato che in epoca medievale si svolgeva nel Campo. A Pisa, la “Fabbrica di Babbo Natale” (agli Arsenali repubblicani) offre laboratori creativi, spettacoli per bambini e la ricostruzione della casina del gigante vestito di rosso.

(Nella foto: mercato in Piaza del Campo)

Il viaggio d’istruzione

La fisica nucleare a servizio della tutela delle antiche miniere toscane

Sono i muoni, sub particelle dell’atomo che hanno consentito ai fisici e ai geologi coinvolti nell’esperimento “Mima Sites” di mappare i cunicoli secondari della miniera del Temperino, a Campiglia Marittima, in modo da renderne l’accesso sicuro per il reperimento di importanti dati archeologici, geologici e minerari. Metodologie innovative – applicate dai ricercatori e ricercatrici della Sezione di Firenze dell’INFN, dei dipartimenti di Fisica, Astronomia, Scienze della terra dell’Università di Firenze e dell’Istituto di Geoscienze e georisorse del CNR di Pisa- hanno portato risultati pubblicati su Nature e altre importanti riviste scientifiche.  Ricerca che accende i riflettori e l’interesse nei confronti dell’importante patrimonio minerario presente in Toscana, a cominciare dal meraviglioso Parco Archeominerario di San Silvestro, in provincia di Livorno, dove si trova la miniera del Temperino oggetto della ricerca, parte di un territorio segnato sin dall’epoca etrusca dall’estrazione dei minerali metalliferi, tanto che l’ultimo filone estrattivo è stato cavato sino al 1976.

Per spiegare intenzioni e risultati dello studio, è stato creato un nuovo allestimento correlato da un video didattico. Per le scuole secondarie di I e II grado è inoltre stata penata una visita didattica che spiega i temi e le possibili applicazioni della tecnica usata. Oltre a questo, il Parco offre ai ragazzi delle scuole un’importante e variegato programma di visite e di didattica interdisciplinare tra scienza, storia, archeologia e natura, con percorsi a piedi o in trenino, dentro e fuori la Terra, tra gallerie e sentieri, reperti minerali, archeologici, antichi oggetti e macchinari di lavoro. https://www.parchivaldicornia.it/val-di-cornia-per-tutti/scuole/. Una lunga storia quella del sottosuolo toscano, che si può esplorare e conoscere nei tanti parchi e siti minerari della regione come il Parco Minerario dell’Elba, Parco Nazionale delle Colline Metallifere nel grossetano, Parco Nazionale Museo delle Miniere del Monte Amiata, nel Valdarno al MINE- Museo delle Miniere di Cavriglia, e al Museo delle Miniere di Montecatini Val di Cecina.

(Foto: G. Breschi)

Terme toscane

Terme a Natale con i bambini: avvolti da un caldo abbraccio

Durante il periodo di Natale, un soggiorno termale pensato per tutta la famiglia può trasformarsi in un momento speciale, che unisce al benessere dei grandi, allegria e divertimento per i più piccoli.

Le Terme di Montecatini, ad esempio dedicano ai bambini tantissime iniziative durate tutti i weekend di dicembre, sino all’epifania. Le storiche Terme Tettuccio si trasformano nel “Tempio di Babbo Natale” mentre le Terme Regina ospitano l’”Elfi Academy”, con tanti laboratori creativi. Questa atmosfera festosa invade anche il meraviglioso parco e l’area delle piscine: qui, la” Piscina della Felicità” è pensata proprio perché grandi e piccoli possano divertirsi e rilassarsi assieme. Iniziative per i più giovani che dalle terme si estendono sul territorio della Val di Nievole, luoghi natali di Leonardo e Pinocchio. https://babbonatalemontecatini.it/

Nel periodo natalizio, il borgo medievale di Montepulciano si veste di un’atmosfera magica. Dall’Avvento all’Epifania le vie del centro storico ospitano il più grande “Villaggio di Babbo Natale” del centro Italia. Il caratteristico mercatino natalizio in casette di legno e la fortezza medievale trasformata nel “Castello di Babbo Natale” sono state pensate apposta per i più piccoli. La stessa attenzione viene dedicata dalle Terme di Montepulciano al termalismo pediatrico, ovvero la prevenzione e la cura di tutti i disturbi legate alla sensibilizzazione e alle patologie dell’apparato respiratorio e di orecchio, naso e gola.

https://nataleamontepulciano.it/

Le piscine termali Theia, sono certificate “Family friendly” e al loro interno offrono un’area bimbi ad accesso gratuito e diversi servizi termali studiati per coinvolgere i più piccoli. A Natale, lo storico Parco dell’Acqua Santa, che accoglie le terme, si trasforma nel “Paese di Babbo Natale” che offre laboratori, teatro dei burattini e una pista per il pattinaggio sul ghiaccio dove divertirsi prima o dopo i caldi bagni termali. https://www.termechianciano.it/piscine-termali-theia

Mostre

Vernici di dicembre

LEONARDO DA VINCI: BELLEZZA E INVENZIONE

Dal 20 dicembre al 1° aprile 2024

LUOGO: Museo della Città – Livorno

Il Rinascimento arriva a Livorno dove verranno esposti 15 disegni autografi provenienti dal Codice Atlantico dell’Ambrosiana di Milano e dal Codice sul Volo degli Uccelli conservato alla Biblioteca reale di Torino. Disegni, schizzi, prove ed appunti che partono da “un’analisi scientifica” ante litteram del dato naturale e che si fissano tramite il disegno, prima di essere rielaborati e trasformarsi, grazie all’invenzione, in pittura. La mostra dà l’occasione di immergersi nella mente dell’artista e di comprendere come il genio di Leonardo abbia influenzato la ricerca anche di artisti contemporanei come tra tanti: Dorazio, Pascali, Sassu, K. Haring.

ANTONIO CANOVA E IL NEOCLASSICISMO A LUCCA

Dall’8 dicembre al 29 settembre 2024

LUOGO: Ex Cavallerizza – Lucca

Vittorio Sgarbi cura un suggestivo percorso tra pittura e scultura, che parte da Antonio Canova, icona universale del classicismo, e dai più celebri esponenti internazionali come Francisco Goya e Francesco Hayez, per arrivare ai maestri lucchesi e toscani della medesima corrente, tra cui Pompeo Batoni, Bernardino Nocchi, Stefano Tofanelli e Lorenzo Bartolini. La mostra esemplifica la fortuna di quel gusto neoclassico fatto di simmetrie perfette, superfici morbide e lisce, pose solenni e controllate ed espressioni impassibili alle quali Canova arriva attraverso un lungo lavoro creativo costituito dai modelli in gesso, da considerarsi come la fase più intima e autentica del maestro di Possagno.

PIER FRANCESCO FOSCHI (1502-1567) PITTORE FIORENTINO

Dal 28 novembre al 10 marzo 2024

LUOGO: Galleria dell’Accademia di Firenze

Prima mostra monografica in Europa dedicata a Pier Francesco Foschi (1502-1567) pittore fiorentino, allievo di Andrea del Sarto, che ha collaborato anche con Pontormo. Un’esposizione che riunisce opere provenienti da musei pubblici e privati, italiani e internazionali, per comprendere al meglio la personalità artistica di un maestro fino ad ora dimenticato e che al contrario ha avuto un ruolo importante nella pittura fiorentina del Cinquecento.

IN LEGGEREZZA. FAUSTO MELOTTI. UN OMAGGIO A ITALO CALVINO

Dal 7 dicembre al 7 aprile 2024

LUOGO: Palazzo Squarcialupi – Siena

Sculture e dei disegni per valorizzare l’affinità elettiva tra due protagonisti della letteratura e dell’arte del XX sec. Legati da una solida amicizia, avevano infatti molteplici punti in comune, tra cui risalta certamente il senso della lievità spesso costituita da equilibri improbabili. La mostra fa riferimento in particolare alle opere di Melotti diventate immagine di copertina dei libri di Calvino per oltre un ventennio.

Mostre in corso a dicembre

FIRENZE

VILLA BARDINI: Olivo Barbieri. Pensieri diversi. Sino all’11 febbraio un omaggio agli scatti dell’artista che attraverso la fotografia si interroga sui vari aspetti della realtà. Oltre 50 lavori, tra cui preziosi inediti, per riflettere sui paradossi della civiltà globalizzata.

BANCA D’ITALIA: Verso la Modernità. Presenze femminili nella collezione d’arte della Banca d’Italia. Sino al 10 marzo 2024. IL racconto del panorama artistico e culturale italiano nel periodo dal 1870 al 1950 circa, attraverso la rappresentazione dell’universo femminile che emerge progressivamente per definire via via un proprio spazio di libertà creativa e intellettuale.

PALAZZO PITTI: Gli ebrei, i Medici e il Ghetto di Firenze. Sino al 28 gennaio 2024. L’avvincente storia di segregazione, ma anche di fioritura di un importante microcosmo umano, culturale e spirituale raccontata grazie a documenti (testi sacri, libri di preghiere, contratti di matrimonio), dipinti e arazzi (Bronzino, Volterrano ecc.), sculture, commessi di pietre dure, oreficerie, fotografie.

PRATO

CENTRO PECCI: Centro Pecci Commissione 2024 – Adelaide Cioni. Sino al 30 aprile. Le opere dell’artista cercano il dialogo con la tradizione di disegno, pittura e performance, partendo dall’utilizzo dei tessuti. De facto un omaggio alla città che diventa invito all’apertura e al dialogo tra arte e manifattura.

CARRARA

mudaC | MUSEO DELLE ARTI CARRARA: Quayola- Plutone / Proserpina. Sino al 3 marzo 2024. Installazioni che mettono in relazione medium tecnologico con materiali tradizionali e artificiali, iconografia classica e sperimentazione digitale. 4 gruppi marmorei realizzati con l’uso della robotica ed allo stesso tempo ispirati al non finito Michelangiolesco.

PISA

MUSEO DELLA GRAFICA: Sergei Tchoban – Towers. Sino al 25 febbraio 2024. Omaggio agli 850 anni della Torre di Pisa attraverso le tavole dell’architetto che invitano a riflettere su questa tipologia architettonica, sul suo ruolo politico e sulle sfide tecniche che ancora oggi propone

(In foto: Villa Bardini, mostra Olivo Barbieri)

Eventi

La realtà aumentata per scoprire in modo coinvolgente e interattivo i murales di Livorno

L’arte urbana a Livorno è diventata nel tempo un racconto vivo e in continua evoluzione, scritto da artisti che l’hanno scelta come loro tela. Ogni murale è una storia legata alla città, un’emozione, un pensiero espressi da artisti provenienti da ogni parte del mondo che hanno trovato un’opportunità unica per rappresentare la loro visione creativa e relazionarsi con la comunità locale.

Ora, con il progetto Street Art Livorno, si inaugura una fruizione smart, coinvolgente e interattiva delle opere di arte urbana presenti in città grazie alla Realtà Aumentata.

Il progetto utilizza tutti strumenti digitali, a partire dal sito www.streetartlivorno.it su cui sono state caricate immagini e informazioni relativi ai vari murales. Grazie alla scansione di un QR-code posto a fianco di ciascuna delle opere si verrà indirizzati al sito per la scelta della lingua (italiano o inglese) e da qui ad una Web App che, inquadrando il murale, permetterà di far partire la sua visualizzazione con l’arricchimento di informazioni aggiuntive in Realtà Aumentata. In questo modo, un prodotto artistico per sua natura già moderno e turisticamente attraente, viene proposto in una versione interattiva attraverso un percorso narrativo multimediale per immagini, video, animazioni e voce.

Si può ormai guardare a questa moderna forma d’arte, ora implementata dalle nuove tecnologie digitali, come ad un’evoluzione della tradizione artistica livornese che va dai Macchiaioli ad Amedeo Modigliani: un’eredità che oggi si riflette nelle strade di Livorno, con artisti locali e internazionali che collaborano per trasformare gli edifici in opere d’arte.

Siena: a tu per tu con il Buon Governo

“Guardami negli occhi: Il Buon Governo come non lo hai mai visto”, è il titolo dell’iniziativa che il Comune di Siena dedica, per tutto il periodo natalizio, ai famosissimi affreschi di Ambrogio Lorenzetti. Sino al 7 gennaio 2024, sarà infatti possibile salire sul cantiere di restauro, a tre metri di altezza, per vedere i personaggi che popolano le allegorie del Buon e del Cattivo Governo come non si sono mai viste prima.

Un’esperienza totalmente immersiva che consente di godere dei mille dettagli degli affreschi lorenzettiani, per lo più invisibili dal basso, da un punto di vista unico e totalmente insolito per un affresco: quello di essere ammirato ad altezza d’uomo. A tu per tu con il genio di uno dei pittori che hanno reso celebre la cosiddetta Scuola Senese, per ammirarne da vicino il talento e la complessità delle scelte pittoriche, così come l’arguzia delle soluzioni compositive.

Il ciclo di affreschi che si dispiega sulle pareti della Sala della Pace del Palazzo Pubblico di Siena, nella splendida Piazza del Campo, è stato dipinto dal pittore senese tra il 1338 e il 1339, ed è considerato uno dei massimi capolavori della pittura del medioevo italiano. Dal marzo ‘22 è oggetto di un complesso progetto di manutenzione conservativa, promosso dal Comune con l’alta vigilanza della Soprintendenza e la collaborazione dell’Università degli Studi di Siena e dell’Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara” del CNR di Firenze.

Le visite guidate sono organizzate per piccoli gruppi e devono essere prenotate, per poter scegliere orario e lingua di interesse, al sito https://siena.b-ticket.com/ticketshop/webticket/timeslot

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