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La Toscana dei cammini

Tra terme e tartufi, in cammino sulla Via Lauretana

Non tutti i cammini possono vantare una partenza da Piazza del Campo di Siena, crocevia di altri cammini come la Via Francigena, e dopo pochi chilometri immergersi tra le lunari colline delle Crete senesi, paesaggio indimenticabile dove è anche possibile incontrare “Sito Transitorio”, l’installazione monumentale in pietra firmata dall’artista Jean-Paul Philippe, un omaggio al sole e al tramonto.
L’intero cammino della
Via Lauretana in Toscana si snoda per 115 chilometri da Siena fino alla Val di Chiana, il granaio della Toscana, e infine in cima alla bella città di Cortona che domina il panorama. Tuttavia anche grazie ai collegamenti ferroviari o bus è possibile concentrarsi su alcune tappe. La seconda, ad esempio, vede alternarsi i calanchi e le biancane ai tipici vigneti e oliveti toscani fino ad Asciano. Nel sottosuolo prevalentemente argilloso nei dintorni di questo grazioso borgo cresce il cosiddetto diamante delle Crete, un tartufo bianco da assaporare nelle soste culinarie presso i ristoranti della zona e in occasione delle numerose feste tradizionali. La tappa continua sempre nella cornice delle Crete e del cosiddetto Deserto di Accona per trovare la sua conclusione a Serre di Rapolano, frazione del comune di Rapolano Terme, noto appunto per essere un’oasi di benessere grazie alle sue sorgenti termali. Dal borgo di Serre, infatti, si può compiere una breve deviazione e raggiungere Rapolano per un avvolgente bagno termale in uno dei due splendidi centri. Anche e soprattutto in un periodo autunnale e invernale, niente di meglio alla fine di una giornata zaino in spalla e decine di chilometri compiuti.

Via Lauretana (IT) >

Via Lauretana (EN)

In foto: Crete senesi, Site transitoire

Vetrina Toscana

Vetrina Toscana Breakfast: la colazione come esperienza di territorio

La prima colazione permette di dare un buongiorno ai propri ospiti e di offrirgli anche un primo assaggio del territorio. E’ spesso considerata il pasto più importante della giornata, se proposta a base di prodotti locali, assume un carattere più autentico e può diventare un attrattore turistico. Per questo nella rete di Vetrina Toscana si trovano le strutture ricettive che accolgono  i propri ospiti con una prima colazione all’insegna della “toscanità”. Proporre una colazione a base di prodotti locali esprime la stretta connessione con il territorio e il rispetto per l’ambiente e può rivelarsi un vantaggio competitivo per le strutture che la adottano. L’obiettivo è quello di far scoprire al turista le tradizioni enogastronomiche toscane: ogni paese, borgo, frazione, ha un’identità ben precisa legata all’enogastronomia, un patrimonio culturale e materiale che non deve andare disperso insieme alla ricchissima biodiversità di questa regione. La colazione come “esperienza” di territorio da al visitatore l’opportunità di conoscere l’autenticità e la tipicità della tradizione culinaria Toscana. Oltre ad offrire almeno un prodotto dolciario e uno salato del territorio, gli albergatori mettono a disposizione del materiale informativo sulle aziende produttrici, in modo da invogliare il cliente a visitare personalmente le aziende agroalimentari locali. Un percorso virtuoso che rafforza ancora di più il legame con il territorio di destinazione e l’immagine di unicità di ogni località Toscana: la colazione diventa un racconto e al contempo un’“esperienza“ da raccontare.

www.vetrina.toscana.it

Cicloturismo

Pedalare in Toscana per un’atmosfera natalizia da sogno

La bicicletta è la perfetta compagna per una passeggiata romantica, per vivere appieno la magia del periodo natalizio in Toscana, fatta di mercatini, addobbi, luminarie, profumi speziati, sapori e presepi. Tre idee per abbinare il benessere tonificante delle attività all’aria aperta all’acquisto dei doni natalizi fatti di artigianato artistico locale e all’incontro con le tradizioni toscane.

La Ciclovia dei Castelli e il Presepe vivente a Pontremoli

La Ciclovia dei Castelli è un tour in una Toscana vera ed autentica. La Lunigiana, con il suo fascino identitario e la capacità di unire la modernità della vita contemporanea alla storia ed antichità delle Statue Stele Lunigianesi, regala a chi la scopre in bicicletta un’esperienza unica. Il primo castello che si incontra partendo da Pontremoli è proprio quello di Piagano, che domina la città e che certamente in passato difendeva il Passo della Casa per la sua posizione strategica. Nelle giornate di dicembre è aperto tutti i giorni a orario continuato dalle 9:30 alle 17:30, e ospiterà anche il Presepe Vivente francescano. Il percorso prosegue per il Castello di Malgrate, il Castello di Bagnone con la Torre Circolare, fino al Castello di Castiglione del Terziere in un perfetto connubio con la natura.

A Siena con il suo anello fuori mura e l’affascinante Mercato nel Campo

Il 3 e 4 dicembre ritorna l’elegante Mercato del Campo con prodotti tipici senesi, 140 banchi che saranno disposti in Piazza del Campo seguendo le indicazioni date nel XIV secolo dalle autorità comunali. Un’occasione da non perdere per scoprire anche l’anello ciclistico fuori le mura che cingono il centro storico di Siena, toccando tutte le Porte.Uscendo da Piazza del Campo, si pedala trovando subito le Logge del Papa, costruite nel 1462 a fianco della chiesa di San Martino. Proseguendo si raggiunge Porta Romana, Porta Pispini, Porta Ovile e infine la trecentesca Fonte Nuova, uno dei più antichi bacini idrici della città. Porta Camolli, ingresso settentrionale della città, sovrastata dalla celebre iscrizione «Col magis tibi Sena pandit» Siena ti apre un cuore più grande e Porta San Marco. Dopo qualche centinaio di metri di leggera salita si ritrovano le antiche vie lastricate della città per ritornare in Piazza del Campo.

I giorni della Meraviglia della Città del Natale di Arezzo ed il Sentiero della Bonifica.

Dal 19 novembre all’8 gennaio in Piazza Grande si rinnova l’appuntamento con i Mercatini di Natale e si respirano le atmosfere uniche con spettacoli di luce, ruota panoramica, eventi per grandi e piccini nel cuore di Arezzo. Da qui intraprendere la pista ciclabile facile e raggiungibile via treno del Sentiero della Bonifica è una passeggiata per tutta la famiglia. Lungo il percorso i laghi di Chiusi e di Montepulciano sono un paradiso per chi ama la natura ed il birdwatching, interessante il canale con le opere idrauliche e architettoniche per la gestione dei flussi delle acque, prima con il Callone di Vaiano poi con le Botte allo Strozzo. Da non dimenticare le soste enogastronomiche e di portare con sé un comodo zaino per lo shopping per non perdere l’occasione di tornare a casa con il regalo perfetto o l’addobbo che mancava.

Ciclovia dei Castelli https://www.visittuscany.com/it/itinerari-bike/ciclovia-dei-castelli-in-lunigiana/

Presepe vivente https://www.visittuscany.com/it/idee/5-cose-da-fare-a-natale-in-lunigiana/

Anello fuori mura https://www.visittuscany.com/it/itinerari-bike/siena-anello-fuori-le-mura/

Mercato di Piazza del Campo https://www.visittuscany.com/it/idee/mercatini-di-natale-in-toscana/

Sentiero della Bonifica https://www.visittuscany.com/it/itinerari-bike/da-arezzo-a-chiusi-lungo-il-sentiero-della-bonifica/

Città del Natale https://www.visittuscany.com/it/idee/mercatini-di-natale-in-toscana/

Toscana Sostenibile

Toscana destinazione accessibile

Sostenibilità turistica” è una definizione che non fa solo riferimento all’assunzione di atteggiamenti attenti all’ambiente e volti alla tutela delle sue risorse, ma significa anche rispetto e impegno nei confronti dei viaggiatori e delle loro necessità.

La Toscana tiene particolarmente alla diffusione della cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità per le persone con disabilità, nonché ad ampliare le proposte di viaggio accessibili per far si che il patrimonio naturale e culturale regionale possa essere goduto dal maggior numero di visitatori possibile. Dal museo alle città, dal ristorante all’albergo, dallo stabilimento balneare al parco, la Toscana ha organizzato una rete di offerte capaci di accogliere e ospitare i viaggiatori con particolari fragilità. Sul sito di Visit Tuscany è possibile consultare la pagina Toscana Accessibile dove filtrare e trovare idee per itinerari di viaggio, esperienze ed eventi, ma anche dove poter scaricare guide e mappe per organizzare vacanze su misura per tutti.

Qualche esempio? Il Castello Imperatore, della provincia di Prato, ha preparato un percorso tattile insieme all’associazione Arcantarte per far scoprire e visitare in autonomia il monumento alle persone non vedenti e ipovedenti, oppure il “Museo Diffuso” e senza barriere del Mugello, dove le persone con disabilità e i loro accompagnatori sono accolti gratuitamente. E ancora, il percorso tra storia e natura dalle piramidi dell’Abetone al monte Maiori: un sentiero ad anello lungo circa 8 km su strada sterrata a debole pendenza, percorribile quindi anche con la carrozzina.

Per approfondire è possibile consultare la pagina web della regione Toscana Accessibile e quella dedicata alle proposte turistiche su Visit Tuscany

Cultura enogastronomica e artigianato

Il tartufo bianco: potente, ingannatore, intenso

È così potente il profumo del tartufo che fa sembrare sontuoso, ingannando, qualsiasi piatto: per questo Molière ha chiamato l’impostore, protagonista di una sua famosa commedia, “Tartufo”. Specie se ci riferiamo al “diamante” della cucina – il tartufo bianco – il suo odore è così forte e inebriante che non ammette mezze misure: si detesta o si ama alla follia. Emana note di sottobosco, di fieno e di terra bagnata ma, soprattutto, un leggero sentore di aglio e di gas. Sensazioni forti, che hanno un costo conseguente: si va da una quotazione minima di cinquecento a una media di tremila, fino a settemila euro al chilo, a seconda delle pezzature. A fare il prezzo sono (anche) la rarità e la difficoltà della ricerca: per la cerca servono esperienza, un cane bene addestrato, conoscenza dei luoghi. Soprattutto, servono particolari condizioni ambientali e climatiche perché questo fungo, che inganna persino nell’aspetto e nel nome (sembra una patata, è definito scientificamente “tuber”), possa svilupparsi. In Toscana il “miracolo” della formazione del tartufo bianco avviene nei territori di San Miniato (Pisa), nelle Crete senesi, nel Mugello (a nord di Firenze), in Val Tiberina e nel Casentino (Arezzo). Ma il tartufo, se ci limitiamo alle tipologie meno pregiate, si trova tutto l’anno e un po’ ovunque: oltre alle aree del “bianco”: il litorale maremmano è vocato per il marzuolo, che si sviluppa tra fine inverno e inizio primavera. Ci sono, poi, il nero pregiato (in inverno), lo scorzone e l’uncinato (in estate e autunno). Dal 2021, “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” sono state riconosciute Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dall’Unesco.

Gli eventi autunnali dedicati al fungo più pregiato

Tra il secondo e il terzo fine settimana di novembre (quest’anno nei giorni 11,12, 18 e 19) si celebra la Mostra mercato del tartufo bianco delle Crete senesi a San Giovanni d’Asso, piccolo Comune che si è unito di recente (portando in dote la frazione di Montisi) con Montalcino: una fusione di eccellenze, evidentemente. L’evento prevede, oltre alla degustazione e alla vendita (anche di altri prodotti agroalimentari), spettacoli, itinerari, la cerca del tartufo guidata, serate di gala con chef stellati. Altre mostre mercato, di più recente istituzione, riguardano il tartufo marzuolo (23 e 24 marzo 2024) e il tartufo scorzone (30 giugno 2024). Tutto avviene intorno al castello (che ospita un piccolo ma grazioso museo del tartufo) e ad antiche pievi, in un contesto ambientale incantevole. A fine giugno anche san Miniato celebra il tartufo nero e a marzo quello di stagione, per quasi tutti i fine settimana (coinvolti anche i paesi limitrofi), ma l’apoteosi è ovviamente per la Mostra mercato novembrina (ogni sabato e domenica, tra l’11 e il 26). È la manifestazione più longeva (ha superato in scioltezza i cinquant’anni) e quella più importante della Regione, viste le dimensioni da città e un ecosistema particolarmente vocato: qui la produzione è circa un terzo di quella nazionale e i tartufi sono talvolta di dimensioni record (nel 1954 ne fu rinvenuto uno di oltre due chili e mezzo!). Stand e piatti di chef quotati, ristoranti con menù dedicati e un contesto storico di rilievo (musei, palazzi importanti, una gigantesca torre medievale) fanno da degna cornice a questo “imperatore” della cucina, senza dimenticare un imperatore vero: la famiglia di Napoleone (il quale tolse in Francia la “u” al cognome in Buonaparte) ha qui le origini.

(Nella foto, la mostra mercato di San Miniato)

Il conte Bardi e la passione per l’artigianato

L’artigianato ha casa (in senso figurato) in un prestigioso palazzo di Firenze, sede dell’Istituto de’ Bardi. Si tratta di una fondazione no-profit che ha lo scopo di favorire la diffusione di attività creative e antichi mestieri, grazie a una rete di artigiani e artisti: un luogo aperto a chiunque abbia voglia di insegnare e di imparare o, semplicemente conoscere le realtà artigianali più “vere”, quelle che ancora resistono nel tessuto urbano fiorentino (e non solo). Tutto ha origine nel 1829, quando il conte di Vernio, Girolamo de’ Bardi, ultimo esponente della sua casata, destina 50 mila scudi della propria eredità alla fondazione di una scuola, con lo scopo di fornire gratuitamente agli artigiani dell’Oltrarno istruzione e adeguata formazione tecnica. Stiamo parlando di un innovatore in campo pedagogico, di una personalità elevata in campo scientifico e culturale: studioso e collezionista di libri (una poderosa biblioteca è un altro suo lascito), fondò e diresse il Real Museo di Fisica e Istoria Naturale (Specola). L’eredità del conte ha consentito di acquistare il palazzo Capponi in via Michelozzi dove, dopo alterne vicende, sono ricominciate di recente attività formative (accanto alla presenza di una Università americana): occasioni per acquisire competenze avanzate in grado di incrociare conoscenze multidisciplinari – cercando di offrire opportunità di occupazione a favore di persone svantaggiate – ma anche per creare impresa. L’Istituto, presieduto per volontà testamentaria da un membro della famiglia Frescobaldi, tra le attività prevede l’organizzazione di laboratori per stranieri ed eventi. Ovviamente è a disposizione per indicare la collocazione di artigiani e artisti, negli angoli ancora autentici della città (www.istitutodebardi.org), ai visitatori più attenti.

Nella foto: Palazzo Capponi, sede istituto de’ Bardi

Cultura

Una nuova narrazione di Santa Croce: verso l’inaugurazione della Cappella Cerchi

Il complesso monumentale di Santa Croce a Firenze è da sempre luogo di dialogo tra la città, la Toscana e il mondo.  Il complesso comprendente la basilica, i Chiostri e le cappelle, rappresenta un patrimonio creato nel segno della fede ed ora sarà valorizzato attraverso progetti speciali e percorsi tematici cittadini e regionali, che ne esalteranno la spiritualità a partire dall’esperienza di visita.

Il nuovo progetto, che si svilupperà nei prossimi due anni, ripensa un nuovo percorso di Santa Croce nel segno del suo ispiratore, San Francesco.  Non a caso Santa Croce è il punto di partenza dei cammini di San Francesco, che arrivano fino a La Verna, in provincia di Arezzo.

L’obiettivo del progetto è quello di migliorare la qualità dell’esperienza di incontro con il complesso monumentale e di far comprendere al pubblico, rispettando i diversi stili di visita e gli interessi personali, lo straordinario intreccio di spiritualità, arte e storia che caratterizza Santa Croce, dando enfasi alla valenza dei luoghi francescani.

I visitatori potranno seguire un percorso introduttivo allestito negli spazi dei primi ambienti che incontrano (Cenacolo, Cenacolo d’Inverno, Cappella Cerchi), che permetterà di prendere poi consapevolezza nel modo migliore dei chiostri, della Cappella Pazzi e della stessa basilica, riconnettendo la bellezza delle opere d’arte ai valori e alla storia.

Il primo passo della nuova narrazione è la prossima inaugurazione della cappella Cerchi (entro novembre) riallestita in chiave francescana. La cappella fu probabilmente edificata per volere di Enrico di Oliviero de’ Cerchi, terziario francescano, che nel testamento del 1285 Enrico lasciò 2000 fiorini forse destinati alla costruzione e decorazione di questo spazio.

L’ambiente accoglie ancora tre stemmi della famiglia: al centro della volta, sull’arco di ingresso all’abside e su una sepoltura nel pavimento. Alle pareti sono visibili frammenti della decorazione murale originale della cappella, con velari e girali.

Alla casata appartenne la sorella del committente, Umiliana, anche lei terziaria francescana, morta nel 1246 e beatificata nel 1694, il cui Busto reliquiario – capolavoro della plastica fiorentina del secondo Trecento – è esposto in chiesa insieme all’urna contenente il suo corpo.

Il nuovo allestimento della cappella è stato pensato per permettere ai visitatori di conoscere la straordinaria vicenda umana e spirituale di san Francesco d’Assisi, presentando allo stesso tempo il modo in cui è stata narrata dagli artisti e dalle sue biografie la Vita prima (o Vita beati Francisci) e la Legenda Maior.

La Vita beati Francisci (o Vita prima) venne ultimata nel 1229 da Tommaso da Celano su richiesta di papa Gregorio IX, mentre la Legenda Maior fu commissionata a Bonaventura da Bagnoregio dal Capitolo generale dei frati francescani del 1260 e completata nel 1263.

L’opera di san Bonaventura divenne la biografia ufficiale dell’Ordine e sostituì tutte le narrazioni precedenti, di cui nel 1266 venne ordinata la distruzione per dare un’interpretazione unitaria degli insegnamenti di san Francesco. Uno strumento digitale arricchisce il percorso, costellato di narrazioni biografiche e rappresentazioni artistiche: un touch screen che presenta la Via di Francesco in Toscana, un insieme di cammini che partono proprio da Santa Croce per collegare i luoghi legati alla vita del santo disseminati nella Regione.

Il viaggio d’istruzione

Pinocchio festeggia i suoi primi 140 anni

Un viaggio pensato tutto attorno ad uno dei personaggi più famosi della letteratura per ragazzi, nato in Toscana, anzi toscanissimo! A Collodi, borgo che dette lo pseudonimo a Carlo Lorenzini, autore del celeberrimo “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino”, sorge il Parco di Pinocchio, che quest’anno celebra i 140 anni dalla pubblicazione del celebre romanzo. Un esempio di creazione collettiva di artisti di grande personalità, dove la sensazione è quella di ripercorrere una fiaba vivente, in un divertimento spontaneo, naturale, godendo della tranquilla bellezza dell’arte e della natura.

A dirigere il Parco e le sue attività, la Fondazione Collodi, che promuove la cultura di bambini e ragazzi con collaborazioni consolidate in tutto il mondo e ha da sempre un rapporto privilegiato con le scuole. Il suo ricco programma di formazione e didattica è pensato per interessare non solo i più piccoli, attratti dalla visita del Parco tematico, del giardino delle farfalle e dei laboratori e attività ad essi connesse, ma propone anche percorsi adatti ai ragazzi più grandi con iniziative quali la visita alla Biblioteca Collodiana, la più vasta raccolta di libri (oltre 6000) e documenti riguardanti la vita e l’opera di Carlo Lorenzini alias Collodi. Altro percorso adatto a tutti è quello che si sviluppa all’interno dello storico Giardino Garzoni, che dal 2020 è entrato a far parte, insieme alla Villa settecentesca del quale è compendio, dell’Itinerario Europeo dei Giardini Storici, patrocinato dal Consiglio d’Europa. Inoltre parte e arriva a Collodi la Via Europea della Fiaba, un percorso di due chilometri,  riconosciuto dal Council of Europe come itinerario culturale dedicato alle fiabe, ai miti, al folklore e alle narrazioni orali, attraverso i quali da sempre si trasferiscono alle giovani generazioni valori fondamentali quali la libertà, la solidarietà, la giustizia e l’equità, che qui vengono declinati come educazione al rispetto per le persone, l’uguaglianza di genere, la natura, l’ambiente e gli animali.

www.pinocchio.it

www.fondazionecollodi.it/it/progetti-educational-scuole

Terme toscane

Novembre alle terme sulle strade dell’olio “novo”

Novembre in Toscana è il mese dell’olio, le immense distese di olivi che tinteggiano di verde le colline toscane si popolano per dar vita al secolare rito della raccolta e della spremitura delle olive, tipico del primo autunno. L’olio d’oliva ha indispensabili proprietà nutrizionali che lo rendono senza dubbio il protagonista della cucina e delle tavole toscane ma non solo: le sue caratteristiche, infatti, lo rendono un prezioso alleato per la cura ed il benessere della persona. Ecco allora un viaggio, sui percorsi delle Strade dell’Olio (del Vino e dei Sapori) di Toscana, alla ricerca delle terme che offrono trattamenti a base di “oro verde”.

Lungo la Strada dell’olio dei Monti Pisani, Bagni di Pisa Palace & Thermal Spa, ospitato nella storica residenza estiva del Granduca di Toscana, propone uno speciale trattamento che sfrutta i naturali benefici dell’olio di oliva dei Monti Pisani.  Le storiche Terme di Montecatini, che lambiscono il territorio attraversato dalla Strada dell’Olio Borghi e Castelli della Valdinievole, offrono trattamenti che sfruttano, oltre alle proprietà dell’olio, anche quelle dei noccioli delle olive. Dalla storica città termale si raggiunge, con breve spostamento, la Strada del Vino e dell’Olio del Montalbano, che intercetta, a Monsummano, la spettacolare Grotta Giusti; qui trattamenti viso e corpo sono in grado di coniugare i benefici degli elementi presenti nei fanghi e nell’acqua termale, con il potere nutritivo e antiossidante dell’extravergine. Le Terme Bagno Bernabò, che sorgono lungo la Strada del Vino e dell’Olio di Lucca, Montecarlo e Versilia, propongono rituali della tradizione orientale eseguiti con olio d’oliva del territorio. Anche lungo Strada del Vino e dell’Olio della Costa degli Etruschi si intercettano famose località termali come le Terme di Venturina e le Terme San Giovanni all’Isola d’Elba. Lungo la strada dei Sapori della Valdichiana Senese che, oltre al Vino Nobile, annovera tra le eccellenze del territorio l’olio extravergine d’oliva Terre di Siena DOP, si possono programmare soste benessere alle Terme di Montepulciano, oppure alle Terme di Chianciano e al Fonteverde Resort & Spa di San Cascino dei Bagni. Si possono alternare visite ai frantoi e momenti di relax presso le Terme di Petriolo, lungo la Strada dei Sapori della Val di Merse, nel cuore della Toscana.

Mostre

In corso a novembre

FIRENZE

PALAZZO PITTI – UFFIZI: Between Sky and Heart. Sino al 14 gennaio 2024. L’artista portoghese espone a Firenze tre delle sue più importanti opere: nella Tribuna degli Uffizi, nelle Sala Bianca e nella Sala di Bona di Palazzo Pitti, amalgamando mito, storia e tradizione con ironia e irriverenza, per sfidare le convenzioni e gli stereotipi.

UFFIZI: Nostalgia di un golfo, un dolcissimo golf di lana blu. Sino al 6 gennaio 2024. Le gallerie degli Uffizi celebrano il talento creativo di Paolo Conte con una esposizione dedicata ai suoi lavori grafici che dagli Anni’70 hanno accompagnato la produzione musicale del raffinato cantautore, noto in tutto il mondo.

MUSEO NOVECENTO: Endo. Sino al 3 aprile 2024. Quattro gruppi scultorei del giovane artista Namsal Siedlecki, impreziosiscono il chiostro del museo, raccontando il tentativo dell’uomo di agire sulla materia e sulle sue trasformazioni.

MUSEO STIBBERT: Così lontani, così vicini. Il fascino dell’esotismo negli interni europei tra ‘800 e ‘900. Sino al 5 maggio 2024. Attraverso fotografie Alinari ed oggetti d’arte orientale, un percorso che si snoda attraverso la fascinazione per l’oriente che contagiò l’Europa tra Otto e Novecento.

SESTO FIORENTINO: Archeologia svelata a Sesto Fiorentino. Momenti di vita nella piana prima, durante e dopo gli Etruschi. Sino al 31 luglio 2024. Il corredo principesco della Tomba della Montagnola, uno dei monumenti etruschi più importanti dell’Italia centrale, ricostruisce la storia del territorio con reperti unici, dal Neolitico all’età romana.

MUSEO MARINO MARINI: Andature III. Sino al 24 dicembre 2023. Opere di Helene Appel e Eva Marisaldi in un confronto artistico intergenerazionale, tutto al femminile.

PRATO

CENTRO PECCI: Mario Mariotti: Animani. Sino al 31 dicembre 2023. Immagini e testi provenienti dall’Archivio Mariotti che raccontano la fantastica serie di invenzioni, realizzate dall’artista e performer, dipingendo le mani con ironia, fantasia e libertà.

LUCCA

FONDAZIONE RAGGHIANTI: Pensiero video. Disegno e arti elettroniche. Sino al 7 gennaio 2024. Da Lucio Fontana a Jackson Pollock, da Nam June Paik a Fabrizio Plessi, e ancora Mario Schifano, Studio Azzurro, Bill Viola e Grazia Toderi per indagare la relazione tra disegno e arte elettronica.

AREZZO

SAN GIOVANNI VALDARNO: Bizzarro e capriccioso umore. Giovanni da San Giovanni, pittore senza regola alla corte medicea. Sino al 31 marzo 2024. Uffizi Diffusi, celebra nella sua città natale, l’opera del pittore seicentesco Giovanni da Sangiovanni, considerato dalla critica una sorta di proto-impressionista.

https://www.intoscana.it/it/articolo/al-palazzo-pretorio-di-figline-valdarno-una-grande-mostra-celebra-lintellettuale-marsilio-ficino/

Credit: Lionel Balteiro for Atelier Joana Vasconcelos

Vernici di novembre

IL GIARDINO INCANTATO

Dal 28 ottobre

LUOGO: Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi – Pistoia

L’arazzo Millefiori detto “dell’Adorazione” è uno straordinario documento dell’arte tessile fiamminga del XVI secolo. Tessuto in seta e lana, con i suoi 8 metri di lunghezza, è senza dubbio è una delle opere d’arte più importanti della città. Realizzato in Fiandra, a Enghien, intorno al 1530, colpisce per la fitta trama compositiva che lo contraddistingue: centinaia di cespi fioriti su un fondo blu notte, accostati ad animali e a creature mitologiche. Le specie vegetali soprattutto, sono riprodotte minuziosamente e con verosimiglianza, tanto da rendere l’arazzo un vero e proprio caso di studio non solo artistico ma anche botanico. Sino al 29 febbraio sarà possibile esplorare l’arazzo in tutti i suoi dettagli grazie ad una installazione immersiva che ne propone una visione tridimensionale, totalmente inedita. Un’esperienza che si rinnova di continuo grazie alla possibilità di scegliere differenti percorsi tematici, garantendo differenti opportunità educative e culturali.

LUCCA COMICS & GAMES

Dal 1 al 5 novembre 2023

LUOGO: Lucca, varie sedi.

Il festival di Comics e Gaming che per cinque giorni trasforma l’intera città nella capitale mondiale della cultura pop, giunto quest’anno alla trentesima edizione. Tutti i linguaggi della Nona Arte sono declinati da oltre 300 artisti e artiste, tra cui 45 ospiti internazionali provenienti da Stati Uniti, Giappone, Spagna, Francia, Corea del Sud, Cina, Canada, Inghilterra, Argentina, Israele, Turchia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Belgio. Un vero e proprio “campionato mondiale” – portato sul campo da 61 case editrici – in cui i lettori e le lettrici di fumetti di ogni età potranno godere dal vivo di incontri, firmacopie, anteprime, variant cover ed eventi esclusivi. Sono sette le mostre di Lucca Comics & Games ospitate a Palazzo Ducale, dove artisti e artiste sono celebrati con vere e proprie personali.

LARA-VINCA MASINI. LA MEMORIA DEL FUTURO

Dall’ 11 novembre 2023

LUOGO: Centro Pecci – Prato

Centro Pecci celebra attraverso un’esposizione i cento anni dalla nascita di Lara-Vinca Masini (1923-2021), critica, scrittrice, organizzatrice di mostre e animatrice della scena artistica italiana che decise di donare il proprio vasto archivio al CID/Arti Visive connesso al Pecci.

PIER FRANCESCO FOSCHI 1502 1567 PITTORE FIORENTINO

Dal 28 novembre 2023

LUOGO: Galleria dell’Accademia di Firenze

riscopre la figura di un artista fiorentino del Cinquecento, Pier Francesco Foschi (1502-1567), allievo di Andrea del Sarto, che ha collaborato anche con Pontormo, e di cui la Galleria conserva un’opera giovanile, la Sacra Famiglia con San Giovannino. Un pittore dalla lunga e fortunata carriera, che, nonostante il successo riscosso in vita, è stato dimenticato dopo la sua morte. A lui sarà dedicata la prima mostra monografica in Europa.

Eventi

A Siena nuova vita per il crocefisso ligneo di Lorenzetti

Sarà visibile sino all’8 gennaio 2024 l’esposizione che la Pinacoteca nazionale di Siena dedica al lungo restauro conservativo che ha donato nuova vita ad uno dei capolavori della pittura senese del Trecento: la monumentale croce dipinta da Ambrogio Lorenzetti, proveniente dal convento di San Niccolò al Carmine. Realizzata intorno al 1328-30, l’opera giovanile che appare ancora legata alla pittura giottesca, presenta tuttavia alcuni caratteri di quel gusto raffinato che identifica lo stile maturo del maestro. Rispetto ad altre croci, la «Croce» di Ambrogio si distingue per l’affinamento del canone gotico, ma anche per l’interesse nell’osservazione della realtà, e ancor più per la capacità di cogliere il momento di drammatico abbandono della vita terrena.

Il restauro, che segue quello eseguito negli Anni’50 sotto la direzione di Cesare Brandi, doveva recuperare diversi problemi di conservazione e dare maggiore leggibilità generale all’opera, lettura resa frammentaria dalle estese cadute di colore lasciate volutamente sottotono, come prescritto dalle teorie del restauro del tempo.  L’intervento odierno è stato quindi occasione di importanti riflessioni metodologiche sulle scelte da compiere, specie sul fondo oro e sulle grandi lacune che interessavano il corpo del Cristo. Grazie all’attenta pulitura dell’originale sono inoltre riemersi lo splendido tessuto operato e dorato del fondo, a motivi concentrici, il legno della croce dalle venature rosate e naturalistiche, e i valori sublimi del corpo e del volto del Cristo.

Il restauro, reso possibile dal sostegno dei Friends of Florence, ha saputo restituire il valore narrativo alla materia pittorica originale, ridando quindi voce all’intenzione poetica dell’arte di Ambrogio Lorenzetti.

Al termine dell’esposizione temporanea la Croce del Carmine sarà ricollocata nella Sala 7 della Pinacoteca, insieme ad altre opere di Ambrogio Lorenzetti, artista conosciuto soprattutto come il Pittore del Buon Governo nel Palazzo Pubblico di Siena.

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