La Toscana dei cammini
A piedi tra gli eremi più suggestivi della Toscana
Tra sacro e natura, le foreste toscane custodiscono luoghi dove la fede pervade bellissimi paesaggi indomiti, lontani dal ritmo di vita più condiviso, più vicino all’anima. La Via di Francesco in particolare intercetta molti affascinanti romiti, caricando di spiritualità ogni passo compiuto lungo il cammino; difatti è stata definita la via degli eremi più suggestivi d’Italia.
Si susseguono il santuario francescano della Verna, arroccato su di un masso nella splendida natura del Casentino e citato da Dante nel Paradiso, canto XI (106 – 108), il monastero ed eremo di Camaldoli, circondato dalle foreste sacre dei monaci, l’abbazia di Vallombrosa anch’essa abbracciata dai boschi secolari reggellesi.
Questi sono solo i più noti, il santuario di Santa Maria del Sasso, l’impervio eremo di Cerbaiolo, il convento di Montecasale e il cortonese eremo francescano Le Celle, non sono meno affascinanti e custodi di opere d’arte di particolare pregio.
La Via di Francesco in Toscana
https://www.visittuscany.com/it/itinerari/via-francesco-d-assisi-toscana/
https://www.visittuscany.com/en/itineraries/way-of-saint-francis-tuscany/
I sacri eremi lungo la Via di Francesco
https://www.visittuscany.com/en/ideas/sacred-hermitages-along-the-via-di-francesco-in-tuscany/
https://www.visittuscany.com/it/idee/i-sacri-eremi-lungo-la-via-di-francesco-in-toscana/
Vetrina Toscana
Alla ricerca dell’oro verde
Così come l’olio in Toscana è alla base della cucina, l’olivo è un elemento essenziale dell’iconico paesaggio regionale.
Promuovere la cultura dell’olio di qualità significa, al contempo, tutelare le radici identitarie e prendersi cura del territorio. Valorizzando l’olivicoltura, infatti, si combatte il rischio dell’abbandono degli oliveti che sono non solo un patrimonio estetico, ma anche una fondamentale risorsa per la biodiversità. Inoltre, riconoscere il giusto valore all’olio di qualità, permette anche la sostenibilità economica, oltre che quella ambientale. Toscana Promozione turistica e Associazione nazionale “Città dell’olio” si uniscono per promuovere il turismo dell’olio. L’accordo dà il via a un progetto pilota strettamente connesso con “Vetrina Toscana” che consente di sviluppare un’offerta turistica collegata alla tradizione culinaria e alle eccellenze delle produzione regionale. Si punta sul rilancio delle produzioni e sulla conoscenza della qualità dell’olio extravergine di oliva, con i suoi benefici per la salute e il suo corretto uso in cucina, con l’introduzione anche di carte dell’olio nei menù dei ristoranti. L’oleoturismo consente di allungare la stagionalità e di incrementare l’appeal di zone meno note, delocalizzando i flussi turistici.
L’accordo-quadro prevede azioni di co-branding da realizzare presso ristoranti, botteghe, aziende di produzione e trasformazione, creando efficaci sinergie in comunicazione e puntando alla creazione di un modello di “turismo dell’olio” poi replicabile per il mercato nazionale e internazionale come, ad esempio, l’itinerario, tra gli olivi delle mura di Siena: gli stessi visibili nell’affresco del Buongoverno del Lorenzetti.
www.vetrina.toscana.it
Cicloturismo
Si prepara la valigia per vivere la bicicletta tra le montagne Toscane
Sentirsi parte della montagna in Toscana con un’esperienza totalizzante, energizzante, rigenerante grazie al benessere spirituale che l’ambiente naturale riesce a trasmettere.
Pedalare con le temperature più fresche nei luoghi remoti e silenziosi della Toscana rivela colori, suoni, profumi inediti, che solo autunno e inverno preservano per i ciclisti.
Nei mesi più freddi le montagne toscane accolgono gli ospiti mostrandosi appieno, senza distrazioni, in una nuova empatia e sintonia.
Pedalare nella faggeta più grande d’Europa e tra i boschi di castagni del Monte Amiata con l’Anello del Vulcano è un toccasana per l’anima, ascoltando il solo rumore delle ruote sulle foglie croccanti o sentendo la sofficità del primo manto di neve.
Sul sedime di una antica linea ferroviaria di servizio che trasportava il legname all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi si può fermare il tempo, rallentando il proprio ritmo, scendendo per qualche minuto dalla bicicletta per abbracciare gli alberi della Pista forestale più bella d’Italia.
L’ Anello di Abetone, sport e cultura in un viaggio silenzioso nella storia e nelle tradizioni, il Museo della Linea Gotica ed il Museo della Gente dell’Appennino arricchiscono il viaggio con autenticità e memoria, la foresta di abeti racconta la montagna accompagnando fino ai punti di osservazione panoramici.
(Foto di Mario Llorca)
Pedalare in Toscana per prolungare l’estate
L’Arcipelago Toscano regala un’estate senza fine grazie al clima mediterraneo che rende i mesi di settembre e ottobre un vero idillio per vivere le isole senza i ritmi frenetici del turismo estivo.
Vivere lentamente le isole dimenticando l’auto, spostandosi con i traghetti che le collegano e abbinando escursioni e passeggiate a piedi a percorsi cicloturistici alla scoperta di una vegetazione incontaminata, borghi pittoreschi e punti panorami da cui scorgere intime calette e le acque cristalline.
Ogni isola ha la propria particolarità ed unicità, e per le due ruote l’Isola d’Elba è da anni riconosciuta meta indiscussa per un turismo di appassionati di bici e mare.
Tra i tanti percorsi adatti ad ogni tipo di preparazione, alle famiglie, agli amanti della bici da strada e della mountain bike ne abbiamo scelti due per un assaggio delle multiple personalità dell’Isola.
Una pedalata sul Monte Perone un percorso per esperti di appena 20 km con pendenza e aspetti tecnici impegnativi ma che accompagna il ciclista dal mare alla sommità su sentieri addentrandosi in boschi fatti di castagni e corbezzoli, questi ultimi ottimi da assaggiare se vogliamo prendere una pausa. Al rientro non perdere l’opportunità di raggiungere l’antico insediamento etrusco di Monte Castello
La Costa del Sole all’Isola d’Elsa il percorso panoramico con un anello di circa 50 km è facile da percorrere e ricco di storia ed aneddoti, dall’acqua di Napoleone alle spiagge in cui fermarsi per una sosta balneare assaporando l’essenza dell’Isola.
Le vie dei minatori, le eccellenti cantine e lo spettacolo del Laghetto Rosso detto Laghetto delle Conche saranno gli highlights di un viaggio indimenticabile.
(Foto di copertina: Alice Russolo)
Toscana Sostenibile
L’Itinerario Naturalistico Toscano, una rete di percorsi slow per pianificare le tue vacanze a bassissima impronta ecologica
L’Itinerario Naturalistico Toscano è una rete di itinerari tematici di collegamento tra le diverse riserve naturali regionali, che permette al visitatore di viaggiare lentamente alla scoperta dei 3 parchi regionali, dei 4 parchi nazionali e di attraversare le oltre 70 riserve e aree di interesse dove l’uomo è stato in grado di vivere in armonia con le singolari emergenze naturalistiche.
Per fartele conoscere, la Regione Toscana ha creato quattro itinerari divisi per aree geografiche (colline, coste, appennino e fiumi) e li ha connessi tra di loro tramite una rete sentieristica e stradale. Ogni itinerario è diviso in tappe che ripercorrono uno o più tematismi favorendo l’incontro con attività economiche locali, flora e fauna tipici dei microclimi nativi, e la scoperta di luoghi simbolici della storia, dell’arte e della spiritualità. Gli itinerari possono essere esplorati a piedi (trekking), in Mountain bike o in auto (meglio ancora, in treno) e per ogni tappa percorsa a piedi o in bicicletta sono state dettagliate le informazioni pratiche per la percorribilità del sentiero. Per pianificare il viaggio a piedi o in bicicletta è possibile consultare la scheda tecnica e gli approfondimenti sul percorso, scaricare lo schema dell’itinerario e salvare il percorso in formato KMZ. Sul sito sono inoltre presenti informazioni relative al livello di difficoltà, ai dislivelli, ai tempi di percorrenza oltre a numerosi consigli utili per affrontare il viaggio in sicurezza e rispettando l’ambiente.
Puoi informarti oltre su Itinerario naturalistico toscano
(Foto di Mario Llorca)
Cultura enogastronomica e artigianato
L’extravergine di oliva e i sapori dell’autunno toscano
Mentre le foglie, nei boschi, si colorano di arancione, giallo, rosso e marrone, le olive vengono trasformate in olio extravergine, che subito viene celebrato da feste, occasioni di incontro e di assaggio. L’Associazione nazionale Città dell’olio dà vita all’annuale “Camminata” tra gli olivi, domenica 28 ottobre, che vede numerosi Comuni toscani protagonisti. In ogni caso, fino a dicembre è tutto un pullulare di feste dedicate all’olio novo. Sono appuntamenti rituali, molto attesi. Si comincia con gli appuntamenti di Castelmuzio e del suo capoluogo Trequanda (Siena), tra il 10 e il 20 ottobre. A ruota, eventi si svolgono nell’attigua San Giovanni d’Asso, a Civitella Val di Chiana (Arezzo) oppure a Reggello (Firenze). A San Quirico d’Orcia (sempre in provincia di Siena) la popolare manifestazione della Festa dell’olio, durante il ponte dell’Immacolata (dall’8 al 10 dicembre) compie 30 anni e chiude idealmente un ricco cartellone. Feste dedicate all’olio nuovo (talvolta in abbinamento ad altri prodotti locali) si svolgono tradizionalmente a San Miniato (Pisa), Sesto Fiorentino (Firenze), Grosseto, Vinci (Firenze), Cetona (Siena), Manciano (Grosseto), Fiesole (Firenze), Pergine Val d’Arno (Arezzo), Civitella Paganico (Grosseto), Calenzano (Firenze), Montecarlo (Lucca), Stia (Arezzo), Montemurlo (Prato), Bagno a Ripoli (Firenze), Camaiore (Lucca), Castiglion Fiorentino (Arezzo), Montespertoli (Firenze), Suvereto (Pisa), Cerreto Guidi (Firenze). Tuttavia, questo è solo un “assaggio” delle numerose iniziative che si svolgono in Toscana, dedicate all’olio extravergine di oliva. Più in generale, l’autunno è il momento magico per le produzioni simbolo della Toscana: la raccolta delle olive viene preceduta di poco dalla vendemmia mentre a novembre esplode il profumo del tartufo bianco, quello più pregiato, che ha delle “capitali” a San Miniato e nelle Crete senesi. Anche in questi casi, non mancano eventi a supporto.
In foto: La “Camminata” delle Città dell’olio in una oliveta toscana
La secolare tradizione dei contenitori di vino e olio
L’olio di oliva e il vino si vendono in bottiglie scure, legate a una città che produce, da sempre, manufatti in vetro così famosi da essere connotati con il “verde Empoli” (come documentato nel Museo del vetro locale). L’attività vetraria si è sviluppata in Toscana come indotto del vino nel Chianti, che ebbe come simbolo il celebre fiasco al quale gli artigiani si ingegnarono nell’aggiungere una copertura in paglia, utile per il trasporto. Questa manualità si estese ad altri oggetti di uso quotidiano o a creazioni artistiche, con radici fino all’alto Medioevo. Basti pensare che la cittadina di Gambassi, sempre in Val d’Elsa, era particolarmente rinomata sin dal XIII secolo per il “gambassino”, il bicchiere più diffuso (e rappresentato nei dipinti) in Germania, Svizzera, Olanda e nell’area mediterranea. Ciò grazie al lavoro di chonpagnie di bichierarii (presenti anche nella vicina Montaione) i quali, nel corso del XIV e del XV secolo avevano avviato attività in Italia e Ungheria. A Gambassi, un museo racconta questa storia avvincente, mentre a San Gimignano sei rarissimi gambassini trecenteschi, ancora intatti, sono conservati nel Museo archeologico. Quasi scontato aggiungere che, a Colle di Val d’Elsa, si colloca una delle più importanti produzioni di cristallo a livello mondiale. Si inseriscono in questo contesto altre realtà come l’Industria vetraria valdarnese (Ivv), nata come cooperativa nel 1952. Se poi guardiamo ai grandi contenitori per la conservazione di olio e vino, prima ancora delle botti in legno o dell’acciaio era la terracotta il materiale di riferimento. Gli orci, manco a dirlo, venivano prodotti contestualmente alle vigne e agli oliveti: una ricca tradizione è ancora testimoniata (oltre agli spazi espositivi e di “narrazione”) dalle aziende di Impruneta (Firenze) e Petroio (Siena). Intanto si assiste a una riscoperta della terracotta per le bottiglie per l’olio, talvolta decorate da artisti.
Cultura
Gli Uffizi sbarcano nel Casentino
Gli Uffizi sbarcano nel Casentino
Da pochi giorni al Castello di Poppi è stata inaugurata la mostra Michelangelo rapito. Un’esposizione (che rientra nel. progetto Uffizi diffusi) che racconta una leggendaria e tormentata storia di salvezza per centinaia di opere d’arte tra le più famose al mondo, albergate nel castello e poi trafugate salvo poi essere ritrovate, tranne il Fauno perduto, opera attribuita a Michelangelo e sottratta dal castello durante il conflitto e mai ritrovata. La mostra chiuderà i battenti il 28 gennaio 2024. Il percorso – articolato nel cortile del castello e nell’ambiente delle ex scuderie – propone un’avvincente ricostruzione storica delle vicende del patrimonio artistico toscano durante la guerra. La ricostruzione è il risultato di un’attenta ricerca archivistica e iconografica che porta alla luce foto storiche, documenti mai pubblicati, filmati d’epoca. con opere d’arte, fotografie e filmati d’epoca, documenti archivistici e bibliografici. Dagli Uffizi arriva il Ritratto di Giovanni II Bentivoglio di Lorenzo Costa, un dipinto emblematico per le vicende che lo riguardarono e per la mostra stessa: fu ricoverato al castello di Poppi dal novembre 1940 all’agosto 1944, quando fu requisito e condotto dall’esercito tedesco in Alto Adige; tornò a Firenze nel luglio 1945. In prestito anche la copia in gesso del Fauno perduto di Michelangelo (esposta agli Uffizi), oltre a preziose edizioni antiche della Vita di Michelangelo e a documenti originali dell’archivio degli Uffizi, che ricostruiscono giorno per giorno la corsa contro il tempo per mettere al riparo le opere dei musei fiorentini, in particolare quelle che proprio da Uffizi e Palazzo Pitti partirono per il Casentino. Ad arricchire la mostra il Gabinetto fotografico degli Uffizi ha messo a disposizione gli spettacolari scatti fotografici che documentano il trasloco senza precedenti delle opere nei rifugi di campagna.Il Fauno fa in questa mostra da immaginario narratore.
La magia del castello di Poppi
Il luogo in cui è stata allestita la mostra è il Castello di Poppi, che divenne, insieme a al monastero di Camaldoli e a Villa Bocci di Soci, fra il 1940 e 1944, lo scrigno di protezione per le opere d’arte. Nelle casse ricoverate all’interno delle ex Scuderie erano state messe sotto protezione la Madonna del Cardellino di Raffaello, la Nascita di Venere del Botticelli, la Sacra Famiglia di Michelangelo (Tondo Doni). Mentre il monastero Camaldoli accoglieva opere di Leonardo, Beato Angelico, Tiziano e Piero della Francesca.
Tra Divina Commedia e Unesco
Il castello di Poppi, appartenuto ai Conti Guidi, ora sede della biblioteca Rilliana, si trova nel borgo incantato omonimo, immerso nelle foreste casentinesi, luogo di ambientazione della Divina commedia. In un tratto fitto e rigoglioso dell’Appennino toscano, attraversato da trasparenti acque e battuto nei secoli da numerosi viaggiatori, di cui il più celebre fu di sicuro Dante Alighieri, che riportò la descrizione delle sue bellezze struggenti (soprattutto torrenti,fiumi e cascate), nel XXX canto dell’Inferno. E in queste terre casentinesi, a Campaldino, l’11 giugno 1289 combatté una battaglia, che lo avrebbe costretto poi all’esilio. E sempre qui nel Paco nazionale delle foreste casentinesi si trova Sasso Fratino, prima riserva naturale integrale italiana, inserita dal 2017 dalla Commissione UNESCO nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità tra le faggete vetuste europee all’interno del sito seriale Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe
Per informazioni sulla mostra e il castello: info@castellopoppi.it.
Per informazioni sul parco: www.parcoforestecasentinesi.it
I bronzi di San Casciano e le vie delle acque dell’area chiusina
In occasione dell’imminente apertura della mostra Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano al Quirinale, andiamo alla scoperta de “le vie dell’acqua in territorio chiusino.”
La mostra al Quirinale
I bronzi di San Casciano, rinvenuti a San Casciano dei Bagni al “Bagno Grande” lo scorso autunno e considerati una delle più grandi scoperte archeologiche dell’ultimo mezzo secolo, si potranno finalmente ammirare nella loro straordinaria bellezza e compattezza nelle sale espositive del Quirinale, a partire dal 23 giugno fino al 25 luglio e poi dal 2 settembre al 29 ottobre. La mostra dal titolo “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” viene presentata “come un viaggio all’interno del paesaggio delle acque calde del territorio di Chiusi. La mostra racconta infatti la copiosa produzione in bronzo in quest’area e come le offerte in bronzo abbiamo qui un legame a doppio filo con l’acqua. Ecco perché, partendo dal luogo della scoperta, si propone un itinerario attraverso i luoghi dell’acqua cari agli Etruschi.
Il valore dell’acqua per gli etruschi
Gli Etruschi veneravano l’acqua come un elemento divino, che sgorgava dal ventre stesso della Terra. L’Etruria era punteggiata da corsi d’acqua, a partire dai due fiumi che ne delimitavano il territorio, l’Arno e il Tevere, e da bacini come il lago salato di Prile, una laguna collegata al mare su cui si affacciavano le lucumonie di Roselle e Vetulonia. Gli Etruschi li navigarono con abilità e sfruttarono i diversi bacini per l’immagazzinamento di questo bene prezioso. Dalle colline senesi alla Maremma grossetana: l’acqua è sempre stata protagonista.
San Casciano e la scoperta
A cominciare da San Casciano dei Bagni, antico borgo situato nel punto più meridionale della provincia di Siena, alle ultime propaggini delle colline toscane che poi cedono il passo all’Umbria.
Tra settembre e ottobre 2022 è stato estratto nella grande vasca del borgo, chiusa da colonne di travertino, il più grande tesoro rinvenuto intatto di epoca etrusco-romana e in contesto, cioè nel luogo esatto in cui era stato depositato.
Con l’avvento del cristianesimo la grande vasca era stata sigillata da blocchi e colonne di travertino, un sigillo per salvaguardare il santuario, per proteggere il tesoro religioso di devozione che c’era dentro, ma che di fatto ha salvato intatto l’immenso tesoro.
Dal santuario sorto intorno alla vasca termale, sono emerse 24 statue votive datate dal II al I secolo a.C. Una scoperta che ricostruisce il misterioso legame tra i popoli etruschi e i Romani, che riconoscendo il valore sacro dell’acqua e comprendendone gli effetti benefici, fecero nascere intorno alla sorgente un culto “salutifero”.
Chianciano
A una trentina di chilometri da San Casciano, un altro luogo legato all’acqua è Chianciano: quando nel Novecento si diffuse in Europa la cultura del termalismo, la fama di questa località si affermò ovunque con il motto “Chianciano, fegato sano”. Il Museo Civico Archeologico delle Acque conferma già nel nome lo stretto legame tra il popolamento del territorio e la presenza di sorgenti. Le sue sale conservano la più ricca collezione di canopi (urne cinerarie antropomorfe) al mondo, caratteristici della civiltà etrusca, e una copiosa raccolta di gioielli. Nelle acque ci si bagnava mescolando acqua e fango, con un metodo molto simile alle moderne spa. L’acqua cominciò a essere utilizzata come bevanda solo dopo le opere di bonifica compiute dal granduca di Toscana Leopoldo II (1797-1870). Si affiancarono alle proprietà di cura del fegato anche quelle di altre malattie. La sorgente Acqua Santa affiora da una grotta rocciosa ai piedi della collina che sovrasta la città di Chianciano.
Chiusi
E ancora “Acque etrusche” scorrono anche nel sottosuolo di Chiusi, una delle più prestigiose lucumonie etrusche. Sotto la cattedrale si snoda un intricato sistema idraulico di gallerie e cisterne, percorribile visitando il Labirinto di Porsenna, e nel Museo Civico “La Città Sotterranea” si ammirano un pozzo monumentale e un laghetto, testimonianze del capillare immagazzinamento delle acque.
Sarteano
La vicina Sarteano è ricca di sorgenti conosciute sin dall’era etrusca. Le sue acque sono concentrate in piscine con proprietà terapeutiche, ma serpeggiano anche sotto il centro abitato districandosi in cunicoli. All’interno della necropoli delle Pianacce, Sarteano custodisce una delle testimonianze di arte pittorica funeraria meglio conservata in Toscana, la Tomba della Quadriga Infernale, risalente al IV secolo a. C. e diventata dalla sua scoperta (di cui quest’anno si celebrano i 20 anni) una delle icone del mondo etrusco.
La prossima casa dei bronzi di San Casciano dei bagni
Sarà il Palazzo dell’Arcipretura di San Casciano dei bagni ad accogliere i reperti dopo l’esposizione in programma al Quirinale. È stato appena firmato il rogito del Palazzo dell’Arcipretura, acquistato dallo Stato per destinarlo a sede del museo archeologico che ospiterà i bronzi e gli altri reperti provenienti dallo scavo del Bagno Grande e dalle ricognizioni archeologiche del territorio.
Per prenotare la visita alla mostra questo è il link: https://palazzo.quirinale.it/mostre/2023_bronzi-sancasciano/bronzi-sancasciano_home.html
Per approfondire https://www.visittuscany.com/en/destinations/san-casciano-dei-bagni/
Il viaggio d’istruzione
In Toscana si impara il valore della scrittura
Bambini e ragazzi sono tornati in classe, per i più piccoli si apre un mondo fatto di tratti, di segni che con la pratica diventeranno lettere, parole e poi scritti…e quindi la possibilità di esprimersi, la capacità di spiegare, raccontare, ricordare!
In Toscana esistono luoghi dove l’importanza della parola scritta viene trasmessa alle giovani generazioni, piccoli musei e grandi istituzioni che aprono le loro porte alle classi e propongono attività laboratoriali mirate e coinvolgenti, per avvicinare gli studenti al mondo della scrittura.
Dedicato in generale alla scrittura e pensato per la scuola d’infanzia, per le elementari e le medie, Il Museo della Scrittura di San Miniato ( https://www.valdarnomusei.it/museo-scrittura-san-miniato-2/), si occupa di diffondere la conoscenza della storia della scrittura -e dei numeri- in modo moderno e interattivo. I bambini sono invitati a sperimentare usando i diversi supporti utilizzati nel passato: dall’antichità egizia, sino al computer. Invece, presso il Gabinetto Vieusseux di Firenze, storica istituzione letteraria italiana, prendendo come spunto i danneggiamenti subiti dal patrimonio librario nazionale durante la storica alluvione dell’Arno del 1966, si organizzano laboratori per le scuole medie, sul restauro dei libri. (https://www.vieusseux.it/attivita-culturali/didattica.html).
In provincia di Arezzo, precisamente a Pieve Santo Stefano, esiste il prezioso Piccolo Museo del Diario, uno scrigno di tesori dedicato alla memoria racchiusa nelle pagine dei diari. Da quarant’anni, in questo straordinario luogo, si conservano gli scritti autobiografici della gente comune. Tutti possono portare qui il loro diario; unica richiesta è che sia redatto in prima persona, che racconti di sé. Un luogo incredibile, dove i testi sono a disposizione di tutti: storici, ricercatori, scrittori, registi sono passati a leggere le memorie degli altri. Il diario più strano? Quello che racconta un’intera vita, scritta su un lenzuolo…
Qui le scuole vengono accolte con laboratori e visite a tema, molto coinvolgenti e suggestivi. (https://www.piccolomuseodeldiario.it/dicono-di-noi/).
(Immagine di L. Burroni cortesia de Piccolo Museo del Diario)
Terme toscane
Alle terme toscane i benefici della vinoterapia
La Toscana è la terra del vino per eccellenza, dai filari delle sue dolci colline nascono gioielli preziosi come il Chianti, il Brunello, il Nobile di Montepulciano per nominare solo i più noti… quello che forse non tutti sanno è che il prezioso nettare degli dei, non solo si presta ad essere degustato, assaporandone i mille profumi dai calici, ma in Toscana viene impiegato come vero e proprio elisir di bellezza. Si chiama Vinoterapia e sfrutta le proprietà dei frutti della vite, come l’acido linoleico, i polifenoli e i bioflavonoidi contenuti nelle bucce e nei semi dell’uva, che grazie al loro alto potere antiossidante assicurano immediati effetti antiage. Inoltre stimola il microcircolo e rinforza le pareti dei capillari; è proprio grazie a queste caratteristiche che viene utilizzato per trattamenti sia al viso che al corpo.
I protagonisti nei trattamenti di bellezza e benessere sono i vinaccioli (i semini dell’uva) spremuti sotto forma di olio. Questa fonte di benessere si ricava principalmente dalle uve rosse, dove è presente il resveratrolo: un polifenolo in grado di contrastare i radicali liberi e rafforzare le pareti capillari, dai potenti effetti antinfiammatori.
Rituali di bellezza conosciuti e praticati sin dall’antichità che oggi rivivono nelle migliori spa di istituti termali e resort che punteggiano il paesaggio della Toscana, e danno la possibilità a chi desidera concedersi un trattamento di-vino, di scegliere la location più adatta alle proprie esigenze.
Un viaggio alla scoperta dei benefici del vino può senz’altro partire da uno dei più celebri borghi termali toscani: Bagno Vignoni. Siamo nella splendida Val d’Orcia, alle pendici del Monte Amiata, vulcano ormai spento che ha reso speciali le acque che qui fuoriescono caldissime dal sottosuolo e ricche di potenti elementi benefici e curativi. Oltre a sfruttare le potenzialità dell’acqua termale, Adler Thermae riconosciuta nel 2022 come miglior Wine spa del mondo, offre rituali multisensoriali che congiungono ai trattamenti beauty eseguiti con gli esclusivi prodotti a base di vino della linea cosmetica delle terme, un momento di degustazione dell’etichetta legata al resort, che cresce proprio dalle vigne della… Bagni nel vino Nobile, massaggi, e tanti altri trattamenti dagli effetti rilassanti, rigeneranti e antiossidanti.
Si possono unire lunghi bagni termali caldi e trattamenti di vinoterapia anche alle Terme di Saturnia, acque preziose conosciute sin dall’antichità, la cui origine viene avvolta dalla leggenda che vuole siano state mandate dagli dei come dono agli uomini. Il rituale “idravitis” propone una serie di trattamenti a base di pepite e olio estratti dai vinaccioli che donano idratazione e lucentezza alla pelle.
Oltre alle terme anche diversi wine resort offrono ai propri ospiti angoli di paradiso dove godere di degustazioni di vino, esperienze di alta cucina e pernottamenti tra i vigneti e “coccole” di benessere a base di nettare di Bacco.
(Foto: Terme di Saturnia, trattamento ai vinaccioli)
Mostre ed eventi
A Livorno la 34a edizione di “Effetto Venezia”, la kermesse estiva dedicata quest’anno al cinema
Una città che diventa “il Cinema”, in tutte le sue sfaccettature: dalle proiezioni sulle pareti dei palazzi del quartiere della “Piccola Venezia” di Livorno, agli spettacoli musicali, teatrali e di strada, fino alle mostre, agli ospiti delle serate di talk e agli happening. Tutto avrà a riferimento la Settima arte durante i cinque giorni di EFFETTO VENEZIA 2023, la kermesse estiva che Livorno dedica dal 2 al 6 agosto al suo affascinante quartiere solcato da canali d’acqua di mare.
L’apertura cinematografica della festa ci sarà il pomeriggio del 2 agosto e sarà affidata a uno dei più importanti registi italiani: Matteo Garrone. È l’autore di Gomorra – con cui nel 2008 ha vinto il Grand Prix al Festival di Cannes – del Racconto dei racconti, di Pinocchio e di Dogman, con cui è stato candidato per l’Italia all’Oscar 2019. La sera dello stesso 2 agosto l’apertura teatrale di Effetto Venezia 2023 sarà affidata alla compagnia Teatro dei Venti con il suo “Moby Dick”, vincitore del Premio Ubu 2019 per il migliore allestimento scenico. In occasione del venticinquesimo anniversario del progetto cinematografico Buena Vista Social Club di Wim Wenders, il 3 agosto si esibirà il Grupo Compay Segundo con il nuovo disco Tocar Música tradicional Cubana! “Vivelo”.
Le presenze di Matteo Garrone, Grupo Compay Segundo e Teatro dei Venti si aggiungono a quelle dei Calibro 35 in concerto il 4 agosto con “Nouvelles Aventures” e di Nicola Piovani il 5 agosto con “La musica è pericolosa – Concertato”.
Porrettana Express. Un emozionante viaggio a bordo di un treno storico alla scoperta dell’Appenino Tosco-Emiliano
Porrettana Express è un progetto di valorizzazione e promozione della ferrovia transappenninica e del territorio che da Pistoia percorre l’Appennino Tosco Emiliano, attraverso l’organizzazione di treni storici tematici. L’esperienza del viaggio su ciascuno di questi treni è unica, poiché i partecipanti, oltre a viaggiare su carrozze d’epoca alla scoperta delle asperità e delle dolcezze del paesaggio montano, usufruiscono per l’intera durata del percorso di un servizio di animazione a tema. Sono infatti previsti treni kids con laboratori pensati per famiglie con bambini, viaggi storici alla scoperta della Linea gotica oppure dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese, il treno con lo spettacolo teatrale oppure quello letterario.
La scoperta della storica linea ferroviaria Porrettana e delle eccellenze del territorio che attraversa inizia con una breve visita al Deposito Rotabili Storici di Pistoia, come prima tappa dell’Ecomuseo Ferroviario appenninico.
Un’esperienza da non perdere per adulti, scuole, famiglie: un viaggio d’altri tempi alla scoperta di piccoli paesini immersi nel verde delle montagne, lunghe gallerie e ponti spettacolari.
Queste le date dei prossimi viaggi:
9/07 – Pistoia/Pracchia – Treno Kids Montagna Pistoiese
16/07 – Pistoia/Pracchia – Treno Trekking – Mountain Bike
22/07 – Pistoia/Porretta T. – Treno Porretta Soul Festival
6/08 – Pistoia/Pracchia – Treno Museo SMI e Linea Gotica
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