L’anniversario dei 100 anni dalla morte di Giacomo Puccini offrono l’occasione per approfondire, aldilà del suo celeberrimo repertorio musicale, alcune suoi altri interessi. Il Maestro, infatti, come tutti i grandi geni, era estremamente curioso e cultore di differenti passioni: la fotografia, le macchine, la caccia e il sigaro toscano. Quella per la buona tavola, era sicuramente, tra le principali. Il “Sor Giacomo”, così si rivolgeva a lui la sua cuoca Isola Nencetti Vallini, era molto legato alla cucina del suo territorio e ai prodotti tipici, in particolare uno dei suoi piatti preferiti erano i fagioli, talmente amati da scriverne la ricetta al su editore Giulio Ricordi. “Carissimo Signor Giulio, riceverà un poco di fagiuoli; sono di quelli straordinari e si cuociono così: si mettono al fuoco in acqua fredda (l’acqua deve essere una dose giusta, né troppa, né poca), devono bollire due ore a fuoco lento e quando sono cotti non devono restarci che tre o quattro cucchiai di brodo. Ergo, attenzione alla dose dell’acqua. N.B. Quando si mettono al fuoco bisogna aggiungere quattro o cinque foglie di salvia, due o tre teste d’aglio intere, sale e pepe e quando sono (i fagiuoli) a mezza cottura, metterci un poco d’olio a bollire insieme”. Anche il suo dolce più amato è un emblema della cucina toscana: il latte alla portoghese che, si dice, un nobile di Lisbona importò a Casciana, luogo di provenienza della cuoca, preparato con latte, uova e zucchero caramellato. Quando da ragazzo frequentava il conservatorio a Milano e i soldi erano scarsi, si dilettava a creare lui stesso ricette come la “pasta con le anguille” o le “aringhe coi ravanelli”. L’importante per il maestro era condividere la gioia del pasto con gli amici e l’elemento della convivialità ricorre come una costante nella vita dell’artista.
Si ringraziano: Puccini Museum – Casa natale e Fondazione Giacomo Puccini
Foto: Lucca, statua di G. Puccini – photo by R. Giomi