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Gli Uffizi sbarcano nel Casentino

Gli Uffizi sbarcano nel Casentino

Da pochi giorni al Castello di Poppi è stata inaugurata la mostra Michelangelo rapito. Un’esposizione (che rientra nel. progetto Uffizi diffusi) che racconta una leggendaria e tormentata storia di salvezza per centinaia di opere d’arte tra le più famose al mondo, albergate nel castello e poi trafugate salvo poi essere ritrovate, tranne il Fauno perduto, opera attribuita a Michelangelo e sottratta dal castello durante il conflitto e mai ritrovata. La mostra chiuderà i battenti il 28 gennaio 2024. Il percorso – articolato nel cortile del castello e nell’ambiente delle ex scuderie – propone un’avvincente ricostruzione storica delle vicende del patrimonio artistico toscano durante la guerra. La ricostruzione è il risultato di un’attenta ricerca archivistica e iconografica che porta alla luce foto storiche, documenti mai pubblicati, filmati d’epoca. con opere d’arte, fotografie e filmati d’epoca, documenti archivistici e bibliografici. Dagli Uffizi arriva il Ritratto di Giovanni II Bentivoglio di Lorenzo Costa, un dipinto emblematico per le vicende che lo riguardarono e per la mostra stessa: fu ricoverato al castello di Poppi dal novembre 1940 all’agosto 1944, quando fu requisito e condotto dall’esercito tedesco in Alto Adige; tornò a Firenze nel luglio 1945. In prestito anche la copia in gesso del Fauno perduto di Michelangelo (esposta agli Uffizi), oltre a preziose edizioni antiche della Vita di Michelangelo e a documenti originali dell’archivio degli Uffizi, che ricostruiscono giorno per giorno la corsa contro il tempo per mettere al riparo le opere dei musei fiorentini, in particolare quelle che proprio da Uffizi e Palazzo Pitti partirono per il Casentino. Ad arricchire la mostra il Gabinetto fotografico degli Uffizi ha messo a disposizione gli spettacolari scatti fotografici che documentano il trasloco senza precedenti delle opere nei rifugi di campagna.Il Fauno fa in questa mostra da immaginario narratore.

La magia del castello di Poppi

Il luogo in cui è stata allestita la mostra è il Castello di Poppi, che divenne, insieme a al monastero di Camaldoli e a Villa Bocci di Soci, fra il 1940 e 1944, lo scrigno di protezione per le opere d’arte. Nelle casse ricoverate all’interno delle ex Scuderie erano state messe sotto protezione la Madonna del Cardellino di Raffaello, la Nascita di Venere del Botticelli, la Sacra Famiglia di Michelangelo (Tondo Doni). Mentre il monastero Camaldoli accoglieva opere di Leonardo, Beato Angelico, Tiziano e Piero della Francesca.

 Tra Divina Commedia e Unesco

Il castello di Poppi, appartenuto ai Conti Guidi, ora sede della biblioteca Rilliana, si trova nel borgo incantato omonimo, immerso nelle foreste casentinesi, luogo di ambientazione della Divina commedia. In un tratto fitto e rigoglioso dell’Appennino toscano, attraversato da trasparenti acque e battuto nei secoli da numerosi viaggiatori, di cui il più celebre fu di sicuro Dante Alighieri, che riportò la descrizione delle sue bellezze struggenti (soprattutto torrenti,fiumi e cascate), nel XXX canto dell’Inferno. E in queste terre casentinesi, a Campaldino, l’11 giugno 1289 combatté una battaglia, che lo avrebbe costretto poi all’esilio. E sempre qui nel Paco nazionale delle foreste casentinesi  si trova Sasso Fratino, prima riserva naturale integrale italiana, inserita dal  2017 dalla Commissione UNESCO nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità tra le faggete vetuste europee all’interno del sito seriale Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe

Per informazioni sulla mostra e il castello: info@castellopoppi.it.

Per informazioni sul parco: www.parcoforestecasentinesi.it

Di Gabriele Benucci

27 Lug, 2023

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