Riapre il prossimo 12 settembre palazzo Piccolomini, conosciuto come “ Palazzo delle Papesse” . Una residenza storica in chiave femminile: appartenne infatti a Caterina e Laudomia Piccolomini, sorelle di papa Pio II, al secolo Enea Silvio Piccolomini. Furono proprio loro a commissionare la bellissima dimora, diventata in seguito prestigiosa sede espositiva per l’arte contemporanea: il palazzo rivive grazie all’acquisto da parte di Opera Laboratori, società specializzata nella gestione di musei.
Papa Pio II , nei suoi sei anni di pontificato, sostò a Siena per almeno tre volte, e due soggiorni, tra il 1459 e il 1460, furono particolarmente lunghi. Durante queste visite diede inizio alla progettazione di alcune dimore che fossero rappresentative per la famiglia. La prima notizia delle committenze di architettura fu, nel 1459, la residenza della sorella Caterina, vedova di Bartolomeo Guglielmi, che, con l’elezione del fratello al soglio pontificio, ebbe l’occasione di riacquisire il cognome di origine. Dell’ascendenza familiare reca testimonianza il “patronimico” del palazzo detto “delle Papesse”, in parte ispirato al palazzo Medici in via Larga a Firenze, con il bugnato e i grandi portali a tutto sesto del piano terreno, mentre le bifore con gli archi a sesto acuto restano ancora in parte legate allo stile goticheggiante senese. La costruzione dell’edificio, che si protrasse per circa tre decenni, sarebbe attribuita a Antonio Federighi, scultore e architetto fra i più rappresentativi del Rinascimento senese.
Un discendente dei Piccolomini, l’arcivescovo Ascanio, ospitò a Palazzo delle Papesse Galileo Galilei, dopo la condanna da parte del Sant’Uffizio nel 1633. Durante la sua permanenza senese lo scienziato si dedicò alla composizione dei Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze pubblicato in Olanda nel 1638 per scampare alla censura del Tribunale dell’Inquisizione. Si tratta di un testo in cui perfezionò gli studi sui principi della meccanica utile in seguito a Newton per formulare la sua legge della gravitazione universale. Il matematico Teofilo Gallaccini ricorda nei suoi scritti le sei osservazioni della Luna di Galileo effettuate dalla loggia del Palazzo nel mese di agosto. Oltre 550 anni di storia da ripercorrere dal prossimo settembre.