Ultimo appuntamento, oggi alle 12.00 con i panel organizzati da Toscana Promozione Turistica alla BIT 2025. Si è trattato di quello con Musica e gusto. Viaggio nel patrimonio immateriale Unesco, un panel dedicato a come gli antichi saperi ridefiniscono le destinazioni turistiche”.
Hanno partecipano all’incontro Francesco Tapinassi, direttore di Toscana Promozione Turistica, Gabriella Tessieri, direttrice di San Miniato Promozione e Marcelo Rebanda, direttore di Visit Portugal, che ha condotto il pubblico nella magia del Fado e del canto polifonico dell’Alentejo, patrimonio immateriale Unesco portoghese.
Presente anche Sabrina Talarico presidente del GIST – Gruppo Italiano Stampa Turistica. La conduzione dell’incontro è stata affidata a Clara Svanera, coordinatrice turismo culturale e relazioni internazionali TPT.
È stato presentato da Clara Svanera il nuovo video sulla narrazione olistica dell’Unesco toscano. “Si va – ha sottolineato Svanera – dalle sette meraviglie dei beni patrimoniali regionali, al sito di Montecatini – unica città spa europea, insieme ad altre dieci, riconosciuta sito Unesco – cinque siti Unesco ambientali, un bene seriale – le vetuste faggete del Casentino – la città creativa di Carrara per il valore dell’arte popolare e dell’artigianato del marmo e, infine, il bene immateriale della cerca e cavatura del tartufo come insieme di conoscenze e saperi che si tramandano anche per via orale”.
Ha affermato Sabrina Talarico: “Ringrazio la Regione Toscana che ha creduto ancora una volta nel Gist e noi in questa splendida regione. I siti Unesco sono la porta di ingresso al nostro Paese e alle comunità locali. Sia i beni materiali che immateriali contribuiscono alla determinazione dei flussi turistici e possono farlo anche in modo intelligente, sostenendo un turismo diffuso in risposta alle criticità prodotte dall’overtourism concentrati nei siti più conosciuti”.
“Attraverso il tartufo – ha sottolineato Gabriella Tessieri – si è rafforzata la nostra immagine di destinazione turistica. È un trend che si è sviluppato nel corso del tempo, insieme alla consapevolezza dei visitatori. Ormai questi chiedono i differenti tipi di tartufo in relazione alla stagione e vengono a mangiarli da noi. Attorno a questo fungo ipogeo è nata una rete di sessanta ristoratori di cui almeno venti di fascia alta. La ristorazione, d’altronde, si è qualificata proprio grazie al tartufo e alle possibilità di esperienza che i visitatori possono fare. Orami siamo una destinazione che vende sé stessa grazie a questo prodotto della terra che, attraverso ciò che gli è stato costruito intorno, è diventato un prodotto turistico”.
“L’unica possibilità per arginare l’overtourism – ha evidenziato Francesco Tapinassi – è informare il visitatore di cos’altro esiste per invogliarlo a spostarsi verso “l’altra Toscana”. In questo senso abbiamo realizzato la Guida Unesco di Giorgio Mondadori, la mini-guida on line di Lonely Planet Italia e sostenuto la presenza della dotazione Unesco regionale all’interno dell’annuario GIST 2025. Lo sforzo è quello di dire c’è tanto altro da vedere, orientando verso una Toscana più autentica e vera, capace di dare emozioni inaspettate”.
La regione di Porto è una delle tante con cui TPT ha realizzato accordi internazionali di collaborazione in virtù di punti di contatto di carattere storico-culturale, ambientale, enogastronomico e collegati alla reciproca dotazione Unesco. “In Portogallo – ha raccontato Marcelo Rebanda – abbiamo venticinque patrimoni Unesco, di cui otto sono di carattere materiale. Il Fado e il Canto polifonico appartengono ovviamente al patrimonio immateriale. Fado significa “destino” in portoghese. Con esso si canta principalmente la saudade, ma anche l’amore e la vita. Si canta sia in modo professionale che improvvisando. È un canto che ha raggiunto il suo apogeo negli anni Cinquanta grazie alla grande Amàlia Rodriguez. Il Canto polifonico, invece, è una manifestazione culturale della regione dell’Alentejo di carattere spontanea e informale che impegna sia uomini che donne”.