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BIT 2025: l’annuario 2025 del GIST, il Gruppo Italiano Stampa Turistica, dedicato all’Unesco toscano

Alle 14.00 i beni patrimonio dell’umanità presenti in Toscana sono toranti protagonisti nella conferenza stampa per la presentazione dell’Annuario del GIST (Pad 11 area Sala Bit HUB).

Questo contiene la prefazione del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dell’assessore a economia e turismo Leonardo Marras, quest’ultimo presente in conferenza stampa insieme a Sabrina Talarico, presidente del GIST, e al direttore di TPT Francesco Tapinassi.

È la seconda volta, dopo il 2023, che la Toscana è protagonista dell’annuario, ma è la prima che il focus di quest’ultimo diventa un tema di viaggio. Martedì 11 febbraio il volume sarà distribuito all’interno dello stand della Toscana.

“La partnership con la Toscana – ha sottolineato Sabrina Talarico – risale al 2023 ed ha comportato anche la creazione del premio ACTA (Archeological & Cultural Tourism Award) che verrà attribuito il 21 febbraio a Firenze durante Tourisma. La scelta di dedicare l’annuario Gist di quest’anno all’Unesco della Toscana si inserisce nel più generale panorama di un’Italia che ha riguadagnato, a scapito della Cina, il primo posto come Pase con il maggior numero di siti Unesco: ben sessanta”.

Ha affermato l’assessore Leonardo Marras: “Ho appena dato mandato per l’elaborazione di una memoria difensiva in risposta alle contestazioni del Governo nei confronti della legge regionale sul turismo appena pubblicata. Siamo fermamente convinti che proprio il turismo culturale, consapevole, capace di coinvolgere le comunità e gli operatori sia la giusta risposta alla gestione di fenomeni devianti di turismo che, al contrario, una legge come la nostra punta ad arginare”.

“Che possibilità ha una regione per influire sulla distribuzione del turismo sul suo territorio? – si è domandato Francesco Tapinassi – L’unica è quella di informare sulla dislocazione dello stesso. Abbiamo quindi deciso di puntare sulle risorse Unesco della Toscana descrivendola come un unicum, pur sottolineando le peculiarità di ciascun asset. Questo permette di raccontare “l’altra Toscana”, la “Toscana diffusa”. Aggiungo che, quando si parla di ovetourism, non si deve pensare solo ai disagi per la popolazione locale, ma anche per gli stessi turisti che, certo, non possono essere contenti di scoprire in modo inadeguato i nostri patrimoni”.

Di Gabriele Benucci

10 Feb, 2025

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