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L’arte dei della Robbia e i musei della terracotta

È difficile fare un censimento delle opere robbiane sparse nelle chiese e nei musei di ogni angolo della Toscana. Le concentrazioni più alte sono, forse, ad Arezzo e nel Casentino, in Val Tiberina, in Val d’Arno e in Val di Chiana.

La terracotta, invetriata o meno, seguendo diverse tecniche e tipologie di produzione, è comunque protagonista in Toscana. Non a caso, a Firenze si trova il Museo delle porcellane della Galleria degli Uffizi, posto nel cosiddetto Casino del Cavaliere: funzionalmente legato al Museo degli Argenti e al Giardino di Boboli, raccoglie le collezioni di porcellane da tavola delle case regnanti che si sono succedute a Palazzo Pitti.

Nato a metà del Settecento come galleria dei capolavori in porcellana prodotti dalla Manifattura di Doccia, a Sesto Fiorentino, il Museo Ginori è momentaneamente chiuso per lavori ma organizza mostre in giro per il mondo.

Una lunga tradizione vanta Montelupo Fiorentino: qui, oltre ai vari laboratori, si possono visitare il Museo della ceramica, parte del Mmab (Montelupo Museo Archivio e Biblioteca) e il Museo archeologico, che raccoglie reperti ceramici e frammenti di anfore risalenti al periodo etrusco.

A Borgo San Lorenzo, nel Mugello, l’attività dei vasai è documentata sin dal XV secolo. Un’altra famiglia, i Chini, ha dato vita agli inizi del Novecento alla Fornaci San Lorenzo, la cui produzione è documentata nel Museo della manifattura Chini.

Una delle più tradizionali produzioni di terracotta (per orci, manufatti vari) si trova nella frazione di Petroio, frazione di Trequanda (Siena). Altro paese della terracotta è Impruneta (Firenze) o, meglio, del cotto per essere precisi, con una specializzazione in tegole e pavimenti. Qui si trova il Museo del Tesoro di Santa Maria.

Nel Pisano spiccano San Miniato con la fornace di San Genesio (centro di produzione ceramica dell’Alto Medioevo) e il Museo diocesano di arte sacra. Quindi, Montopoli in Val d’Arno, dove agiva la manifattura di terrecotte artistiche Dante Milani, poi chiusa, che ha visto gli ex dipendenti proseguire l’attività autonomamente. Tappa ulteriore è il Museo Coccapani di Calcinaia, che ripercorre la storia di una delle più importanti famiglie legate alla produzione di vasellame e stoviglie, fin dalla metà del Settecento. Come se non bastasse, si possono sempre ammirare gli antichi bacini ceramici conservati nelle chiese romaniche della città di Pisa.

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