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Il cuoio, l’artigiano e le case di moda: la Toscana produttiva

In Toscana si produce quasi il venti per cento del cuoio mondiale, attività che risale al medioevo: ci sono testimonianze già nel 1200 (e statuti che definivano la qualità dei processi di trasformazione), sebbene la tradizione abbia sicuramente origini ancora più lontane nel tempo, fino agli Etruschi. La concia è un processo che permette alle pelli di renderle resistenti, morbide, traspiranti, impermeabili, con lavorazioni celebri come quella del “cuoietto artistico fiorentino”.

Ancora oggi, se si vogliono comprare borse, cinture o scarpe in pelle e cuoio, a Firenze ci sono riferimenti la cui tradizione resta nel nome, come via delle Conce (o via dei Conciatori), oltre al mercato di San Lorenzo, nel quartiere di Santa Croce, via dei Cerretani e via Pellicceria. La qualità della manodopera toscana fa la differenza, sia che si tratti di case di moda che di piccole botteghe.

Non è un caso che a Piancastagnaio, grazioso paese all’estremo sud della Toscana, sulle pendici del monte Amiata (provincia di Siena), sia sorta di recente una “scuola” di abili artigiani, con centinaia di addetti che confezionano gli articoli di lusso per Prada, Gucci, Lvmh  (Louis Vuitton, Bulgari, Dior, Fendi, Givenchy, Guerlain, Kenzo). C’è poi The Bridge, azienda di Scandicci che nasce come laboratorio artigiano nel 1969 e diventa una realtà industriale, con iconiche borse e valigie.

Su questa scia c’è anche la Cuoieria fiorentina, di Reggello, con una distribuzione capillare in tutta la regione. Punti vendita di artigiani o piccole aziende della pelletteria si trovano un po’ ovunque, in particolare nelle province di Firenze, Arezzo e in Maremma, per chi desidera una scarpa fatta su misura o un portafoglio, un capo di abbigliamento o una borsa dal taglio esclusivo.

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