Per la prima volta l’enoturismo potrebbe avere una cornice normativa propria e assolutamente nuova e questo grazie all’emendamento alla Legge di Bilancio 2018 approvato il 29 novembre scorso dalla commissione Bilancio del Senato. L’emendamento, che recepisce il DDL Stefàno e sostenuto dalla stesso MIPAAF, riconosce per la prima volta lo status giuridico-fiscale della pratica enoturistica, cioè di tutte le attività che vanno dalle visite alle cantine alle degustazioni e a tutte le iniziative didattiche e ricreative svolte nelle cantine, che avrà gli stessi vantaggi fiscali degli agriturismo.
Grande soddisfazione, per l’emendamento approvato dalla commissione Bilancio del Senato, da parte del Movimento turismo del vino il cui presidente, Carlo Pietrasanta, ha sottolineato come questo risultato sia stato «raggiunto soprattutto grazie alla determinazione e alla perseveranza del senatore Dario Stefàno, che ha ben compreso le istanze e le opportunità di un fenomeno in grande espansione con un indotto turistico di quasi 3 miliardi di euro l’anno».
Per Paolo Castelletti segretario generale dell’Unione Italiana Vini: «Siamo ad un passo dal riconoscimento normativo dell’attività enoturistica, un momento storico per il nostro Paese. L’emendamento inserito in finanziaria recepisce i punti principali del ddl Stefàno e definisce il quadro fiscale e legislativo entro cui, finalmente, anche in Italia si potrà essere operatori enoturistici a tutti gli effetti. Grazie al senatore Stefàno, al ministro Martina e a tutte le forze politiche che si sono impegnate a fondo per raggiungere questo risultato. Adesso è necessario un ultimo sforzo per la definitiva approvazione alla Camera. Ma poi, in seguito, vogliamo e dobbiamo continuare a lavorare per vedere approvato integralmente il disegno di legge sul turismo del vino che contiene altri elementi importanti per lo sviluppo di questa attività, strategica per il futuro dei territori e del nostro comparto». Ora – ha aggiunto Castelletti – confidiamo nel buon senso delle Aule in sede di approvazione della Legge di Bilancio per portare a termine entro Natale un iter legislativo considerato di straordinaria importanza non solo per il settore ma anche per i fruitori dell’enoturismo».
Per il presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino, Floriano Zambon: «Si tratta di un importante passo avanti per dare al turismo del vino ancor più solide basi operative. Adesso – afferma Zambon – occorre che l’iter della proposta di legge sull’enoturismo, che questo emendamento in parte ha accolto, possa continuare per la sua definitiva approvazione. Il settore ha bisogno di questa legge perché i territori del vino possano esprimere al meglio tutte le loro potenzialità turistiche e di accoglienza. Ringrazio il senatore Stefàno per il suo impegno e rinnovo la condivisione di questi comuni obiettivi con il Movimento turismo del vino».
L’emendamento in Manovra, che anche grazie alla positiva interlocuzione con il ministero delle Politiche Agricole riprende in gran parte le disposizioni proposte nel ddl Stefàno sulla introduzione della disciplina enoturistica, prevede il via libera alle attività realizzate nei luoghi di produzione (degustazioni, didattica, iniziative ricreative, visite in cantina e altro), per cui basterà presentare la Scia (segnalazione certificata di inizio attività) al comune di competenza. Per l’attività le disposizioni fiscali previste saranno quelle contenute nella legge fiscale sull’agriturismo, mentre il regime forfettario dell’imposta sul valore aggiunto sarà applicato solo per i produttori agricoli che svolgono la propria attività nell’ambito di un’azienda agricola.