Il Museo celebra due grandi protagonisti della grande moda francese con una mostra ideata da Olivier Saillard.
50 abiti capolavoro dalla Fondazione Azzedine Alaïa di Parigi, disegni e bozzetti originali di Balenciaga in mostra grazie alla collaborazione con Balenciaga Archives di Parigi.
La Fondazione Museo del Tessuto conclude il programma espositivo del suo cinquantesimo anniversario con una grande mostra dedicata a due icone assolute della moda francese. Nata dalla collaborazione con la Fondazione Azzedine Alaïa di Parigi presieduta da Carla Sozzani, la mostra Azzedine Alaïa e Cristóbal Balenciaga. Scultori della forma è curata da Olivier Saillard e si avvale del patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia – oltre che della straordinaria partecipazione di Balenciaga Archives di Parigi – per un progetto espositivo eccezionale che giunge per la prima volta in Italia.
L’idea della mostra nasce presso la Fondazione Azzedine Alaïa nel 2020, da un desiderio di Hubert de Givenchy. Pochi mesi dopo la scomparsa di Azzedine Alaïa (Tunisi 1935 – Parigi 2017) e decenni dopo quella di Balenciaga (Getaria 1895 – Jávea 1972) Givenchy, grande ammiratore di Balenciaga e figura chiave della moda classica, confida alla Fondazione Alaïa il desiderio di riunire questi due grandi talenti, entrambi abilissimi sperimentatori di forme e volumi che hanno profondamente segnato la storia della moda.
La mostra del Museo del Tessuto di Prato è stata pensata per gli spazi espositivi della ex fabbrica Campolmi, con un allestimento di Guicciardini & Magni Architetti in collaborazione con Arianna Sarti, responsabile esposizioni museali.
Venticinque creazioni di Azzedine Alaïa – considerato uno degli ultimi couturier, in grado di padroneggiare ogni fase di realizzazione di un capo, dalla progettazione alla confezione – dialogano con altrettanti capi di Cristóbal Balenciaga, in un confronto al di fuori del tempo.
Accanto ai capi, il Museo del Tessuto espone per la prima volta in Italia 12 disegni originali di Balenciaga datati tra il 1950 e il 1968, provenienti da Balenciaga Archives di Parigi. I disegni, alcuni dei quali riportano note tecniche per la sartoria e campioni di tessuto, sono affiancati da altrettante foto di indossato originali, testimonianze preziose e straordinarie del processo creativo dello stilista spagnolo.
Alaïa e Balenciaga presentano elementi di forte continuità: il lavoro di couture (alta moda), l’attenzione alla perfezione sartoriale, la valorizzazione delle forme del corpo femminile. Entrambi condividono umili origini, iberiche per Balenciaga e tunisine per Alaïa, l’apprendistato nell’arte del cucito in ambito familiare, e poi anche il successo – raggiunto grazie ad una clientela influente a Parigi.
Il tessuto è la materia creativa comune, ma mentre Balenciaga dà forma alle sue architetture con le lane, i rasi, le sete, come l’innovativo “gazar” da lui inventato nel 1958, Alaïa trasforma il tessuto a maglia fino a renderlo un segno distintivo della sua arte e utilizza la pelle per scolpire e modellare i corpi. Balenciaga preferisce chiudere l’atelier piuttosto che convertirsi al prêt-à-porter e Alaïa pone fine all’incessante rincorrersi delle collezioni, scegliendo autonomamente i momenti più opportuni per presentare il proprio lavoro.
Come Azzedine racconta, quando nel 1968 la Maison Balenciaga chiuse definitivamente, lui, allora giovane stilista emergente fu chiamato da Mademoiselle Renée – storico vicedirettore generale della Maison – a scegliere una selezione di creazioni del Maestro Balenciaga, perché solo le sue mani avrebbero saputo rielaborarle e rinnovarle, senza tradirle. Il giovane Alaïa restò talmente stupito dalle forme, dall’architettura dei tagli e dall’abilità tecnica di ogni capo, che da allora considerò l’incontro con il lavoro di Balenciaga il punto di partenza per il suo lavoro e ne collezionò personalmente i capi più rappresentativi.
Entrambi i couturier sono appassionati di costruzione sartoriale, sono famosi per il loro perfezionismo e per la capacità di tagliare e cucire con le proprie mani. La ricerca di Balenciaga si traduce in una perfetta eleganza formale, mentre quella di Alaïa evidenzia una sensualità precisa. Balenciaga è un grande innovatore di forme e creatore di architetture da indossare, Alaia avvolge e scolpisce il corpo come se fosse una seconda pelle.
Completano la mostra il film sulla vita e il lavoro di Azzedine Alaïa realizzato da Joe McKenna, fashion editor e stylist, e un video inedito con le presentazioni delle collezioni Haute Couture Estate 1960 e 1968 di Balenciaga, proveniente da Balenciaga Archives di Parigi.
Con questa mostra, che avviene nel suo cinquantesimo, il Museo del Tessuto di Prato prosegue un percorso di studio e di valorizzazione della storia della moda del Novecento e dei suoi protagonisti, affrontando il tema della couture francese con un omaggio a Cristóbal Balenciaga e Azzedine Alaïa dopo grandi maestri italiani Gianfranco Ferrè (2014) e Walter Albini, padre del prêt-à-porter italiano (2024), e inglesi come Ossie Clark e Celia Birtwell (2022), protagonisti della scena londinese degli anni Sessanta e Settanta.
Il Museo del Tessuto ha curato l’edizione italiana del catalogo della mostra, che sarà in vendita presso il bookshop e sullo shop on line: https://shop.museodeltessuto.it/it/
L’esposizione è realizzata con il supporto di:
Comune di Prato, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Saperi, Estra; Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura, Regione Toscana, le aziende del Museo del Tessuto Textile Lovers.
(Comunicato a cura dell’ufficio stampa della mostra – Foto di copertina Filippo Bardazzi)




