In occasione del mese in cui si celebra la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza di genere, presentiamo un piccolo itinerario-tributo alle donne toscane e internazionali che hanno scelto Firenze come epicentro della loro opera, tra eredità, arte e letteratura.
Firenze è celebrata in tutto il mondo come la Culla del Rinascimento, un monumento eterno al genio maschile, da Brunelleschi a Michelangelo, ma il capoluogo toscano è stato forgiato anche e soprattutto dalle donne, che hanno scritto pagine fondamentali di mecenatismo, sopravvivenza e innovazione, spesso dietro le quinte del potere o sfidando le convenzioni.
Il viaggio inizia celebrando la donna che, con un atto di incredibile lungimiranza, salvò l’intero tesoro artistico di Firenze, Anna Maria Luisa de’ Medici, conosciuta come l’elettrice Palatina (1667–1743). La visita a Palazzo Pitti, sua dimora, con la Galleria Palatina (dove si possono ammirare opere chiave di artisti come Raffaello, Tiziano, Tintoretto), perfettamente integrate negli sfarzosi appartamenti di rappresentanza, è un tributo all’ultima erede della famiglia Medici. Ultima della gloriosa dinastia, fu la vera salvatrice del patrimonio. Con il celebre Patto di Famiglia del 1737, stabilì che tutte le collezioni medicee – dagli Uffizi a Palazzo Pitti – non potessero mai essere rimosse da Firenze. Un gesto storico che garantì alla città il suo inestimabile tesoro, un’eredità di valore incalcolabile per l’umanità intera.
Un salto indietro nel tempo ci porta alla riscoperta di Suor Plautilla Nelli (1524–1588). Questa suora domenicana fu la prima pittrice donna rinascimentale di Firenze riconosciuta. La sua grandezza come donna e artista si può cogliere nel capolavoro monumentale, “Ultima Cena” esposta nell’ex refettorio del Complesso di Santa Maria Novella, che testimonia una maestria e un’abilità eccezionali. Il suo successo non solo la rese famosa, ma le permise di guidare un atelier d’arte interamente femminile, una vera rarità per l’epoca.
Un ponte tra il Rinascimento e la contemporaneità (al femminile) lo getta invece il Museo del Novecento, ospitando la mostra celebrativa CENTOVENTI: Villa Romana 1905-2025, a cura di Elena Agudio e Sergio Risaliti, con Mistura Allison ed Eva Francioli, allestita fino all’otto marzo 2026. Fondata nel 1905, questa storica residenza fu la più antica residenza tedesca per artisti con sede all’estero e si distinse come un laboratorio indipendente a Firenze, aperto alla sperimentazione internazionale.
Villa Romana ha costantemente dato voce e spazio ad artiste di fama mondiale (tra cui figure fondamentali come la scultrice espressionista Käthe Kollwitz e l’innovativa Katharina Grosse). La mostra celebra come l’istituzione abbia rotto i paradigmi accademici, fornendo un fondamentale trampolino di lancio per il talento femminile nel panorama artistico del XX e XXI secolo.
L’ultima tappa di questo itinerario è Palazzo Guidi (in Piazza San Felice), dove ha sede la casa che fu di Elizabeth Barrett Browning (1806–1861), una delle poetesse più importanti dell’era vittoriana in Inghilterra, ora museo. Universalmente nota per la sua poesia intensa e passionale, che spazia dall’amore alla critica sociale, Elisabeth nel 1846, sposò in segreto il poeta Robert Browning, contravvenendo al volere del padre dispotico e subito dopo i due fuggirono in Italia e si stabilirono a Firenze, che divenne il loro rifugio d’amore e il luogo dove continuò a scrivere. Elizabeth Barrett Browning fu sepolta nel Cimitero degli Inglesi, la cui tomba è ancora visitabile.





