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Leonardo in Toscana: un viaggio alle radici del Genio

Parte dalla BIT di Milano il pellegrinaggio laico alla scoperta di Leonardo da Vinci in una Toscana che ha straordinariamente conservato quegli scorci di paesaggio che il grande genio ha ammirato, disegnato e dipinto in tante occasioni. E che adesso, la Toscana, grazie ad un programma di oltre 50 eventi – messo insieme dalla Regione Toscana e dai Comuni dove Leonardo ha operato – invita i turisti di tutto il mondo a scoprire in occasione della celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo.

«Un programma, quello che abbiamo messo insieme – ha sottolineato la vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni durante il suo intervento a Milano -, che ha l’obiettivo di riscoprire Leonardo, liberandolo da tutti quegli aloni di fantasie, di misteri che hanno fin troppo caratterizzato il suo personaggio. Vogliamo tornare all’essenza del genio. All’essenza del suo rapporto con la nostra Regione a partire dal legame con la sua città natale, Vinci, e poi quello fondamentale con Firenze e con la bottega del Verrocchio che sarà il protagonista della grandiosa mostra che si sta per inaugurare a Palazzo Strozzi. E poi tutti quei rapporti tra Leonardo e la Toscana, sia dal punto di vista culturale che artistico e scientifico, che hanno forgiato questa personalità fondamentale per la cultura del Cinquecento ma anche per la nostra contemporaneità».

Un momento della presentazione di Leonardo in Toscana alla BIT di Milano

«Riflettere su Leonardo, farlo oggi, apre verso i giovani una sollecitazione nuova – ha aggiunto l’assessore al turismo Stefano Ciuoffo -. Noi a Leonardo abbiamo attribuito di tutto. Non ci è bastata la straordinarietà della sua opera, ma abbiamo costruito attorno a lui un immaginario che talvolta ci ha allontanato dalla realtà. E questo perché Leonardo è pittura, scultura, scienza, medicina, ingegneria. Il nostro invito è allora quello a tornare, con un metodo “leonardiano”, alla formazione dell’esperienza sulla base della sperimentazione, perché per capire Leonardo bisogna affidarci alla realtà e non all’immaginazione». «La sua cultura è profondamente fondata sulla conoscenza e sull’esperienza diretta – ha proseguito Ciuoffo -. Aveva gli occhi aperti alla realtà e questa è la contemporaneità straordinaria di Leonardo. Ed è il messaggio che vorremmo continuare a trasmettere». «Firenze – ha concluso l’assessore – ha le sue opere ed ha la custodia dei suoi messaggi più importanti, ma l’invito è a visitare la Toscana per vedere tutto ciò che sta negli occhi di Leonardo e che ancora oggi è intatto, nei paesaggi, nei colori, nei luoghi che si sono preservati e sono ancora lì, a disposizione dei nostri ospiti».

Vinci, la pescaia del mulino della Doccia la valle dei mulini, San Pantaleo o Collegonzi con i suoi fossili; la Val di Nievole e Anghiari. Luoghi spesso lontani dai grandi itinerari turistici, ma dove è possibile ancora camminare in paesaggi che Leonardo ammirò nei suoi anni toscani – 16 quelli passati Vinci, 11 quelli nella bottega del Verrocchio a Firenze – e che oggi ritroviamo disegnati in Codici come quello di Leicester. Fino ad arrivare a sue “creazioni” come il lago a San Lorenzo ad Armiano, progettato da Leonardo per Ser Piero. Ma venire in Toscana in questo anno speciale, come hanno ricordato gli assessori al turismo di Vinci e Montecatini Terme, Paolo Santini e Alessandra De Paola, è anche l’occasione per ammirare documenti unici come il primo disegno attribuito a Leonardo e datato 1473, o documenti come quello compilato dal nonno del Grande toscano, in cui si legge: Nachue un mio nipote figliuolo di Ser Pietro mio figliolo a dì 15 aprile in sabato a ore 3 di notte. Ebbe nome Lionardo…

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Di adm

10 Feb, 2019

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