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Turismo en plein air: nuove prospettive per la Toscana

«In Toscana si produce il 90% dei camper italiani e anche per questo il settore del Turismo all’aria aperta è da tenere nella giusta considerazione e valorizzare». Con queste parole l’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo ha commentato la sua partecipazione all’incontro Una nuova visione del turismo all’aria aperta in Toscana che si è tenuto nella sala conferenze di Caravanbacci sabato 7 maggio. Un incontro importante durante il quale si è parlato  delle prospettive del turismo all’aria aperta nella nostra regione e di ciò che prevederà per questo settore il nuovo Codice del Turismo che dovrebbe essere approvato entro l’estate. Nel nuovo Codice, la cui redazione si è appena avviata con l’approvazione di un documento di indirizzo da parte della giunta e del consiglio regionale, sarà inserita infatti la possibilità di creare protocolli di intesa fra amministrazioni locali e Regione su prodotti turistici specifici fra  cui proprio il turismo camperistico e in forma autonoma. Uno strumento, questo, che permetterà di sviluppare interventi sul territorio e definire eventuali  strategie promozionali per il rafforzamento di questo particolare segmento d’offerta che, a livello nazionale, interessa 3 milioni di italiani e 2.7 milioni di stranieri che ogni anno decidono di scoprire l’Italia in libertà, per un esperienza unica e irripetibile.

Come è emerso durante l’incontro di Lavoria dagli interventi di Piero Marengo (Camper Club La Granda) e Guido Chiari (Toscana Camper Club) da sempre attivi sul territorio nazionale per la promozione del turismo all’aria aperta, così come da quelli dei rappresentanti dei parchi naturalistici (Parco Migliarino e Massaciuccoli e Parchi Val di Cornia),  il turismo plein air riesce a stabilire un vero contatto con il territorio, mantenendo sempre un basso impatto ambientale. Questo perché si tratta di un turismo sostenibile, come testimonia anche l’importante studio promosso dal Gruppo Leader e realizzato dall’ Ing. Paolo Fiamma dell’Università di Pisa: il primo studio analitico basato sull’esperienza diretta, ha dimostrato che il format turistico spostamento + pernottamento che si ha con un veicolo ricreazionale, apporta una produzione di CO2 decisamente più ridotta rispetto al classico auto+hotel.

Inoltre, durante l’incontro promosso da Caravanbacci, è stato sottolineato come il turismo in camper non sia legato alla stagionalità, e questa è probabilmente una delle caratteristica principale che lo rende davvero interessante e appetibile. In camper, inoltre, si raggiungono mete che per la loro naturale collocazione si trovano escluse dai circuiti del turismo tradizionale. Tanto che Sabrina Busato della FEISCT, la Federazione Europea Itinerari Storici Culturali Turistici, ha sottolineato questo concetto illustrando come la nascita dell’Associazione dei comuni del buon vivere all’aria aperta sia nata proprio dall’esigenza di promuovere e far conoscere i borghi minori, che, proprio per la loro posizione più isolata rispetto alle note città d’arte, conservano intatta quella genuinità, che costituisce la principale attrattiva per i turisti che visitano la Toscana. (Leggi anche -> Il turismo in liberà in Italia e in Toscana: un business da 2.6 miliardi)

Di adm

11 Mag, 2016

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